Archive for maggio, 2010
DELLE BIONDE IN MARCIA A RIGA PER IL GO BLONDE FESTIVAL ENFATIZZATO DALLA ADNKRONOS/DPA
Enfatizzando oltre ogni giusta misura consentita dal buon senso professionale giornalistico, un cronista della agenzia Adnkronos/Dpa, corrispondente dalla Lettonia, ha così notiziato un micro evento locale: CENTINAIA DI BIONDE IN MARCIA A RIGA PER IL GO BLONDE FESTIVAL.
Scrivendo – Oltre cinquecento ragazze, vestite completamente di rosa e tutte rigorosamente biondissime, hanno sfilato oggi (29 maggio) per le strade di Riga, in Lettonia, per l’annuale ricorrenza del Go Blonde Festival, un evento benefico di raccolta fondi per la costruzione di parchi giochi per i bambini bisognosi.
Alte e basse, magrissime e prosperose, le 500 bellezze platinate guidate da un trio di bionde a cavallo hanno marciato da Town Hall Square fino alla centralissima Dome Square. I ciottoli della città vecchia hanno così risuonato al battito dei loro tacchi vertiginosi e il corteo ha incantato migliaia di spettatori più o meno consapevoli dell’evento.
Nonostante il clima estivo e l’ “infiltrazione” di diverse brunette e uomini in parrucca, il numero di partecipanti è stato inferiore a quello atteso dagli organizzatori, che avevano previsto almeno 800 ragazze. La parziale diserzione non ha però smorzato l’entusiasmo degli spettatori, come il britannico Matthew Birch, in vacanza con gli amici a Riga per una festa di addio al celibato e letteralmente estasiato alla vista di quell’esercito platinato. “Non avevamo idea di cosa stesse accadendo quando siamo arrivati – ha dichiarato- Devo essere morto e gia’ arrivato in paradiso”.
IN RAPPRESENTANZA DI CHI E’ STATO PRESENTE IN DOME SQUARE A RIGA SABATO 29 MAGGIO 2010, SCRIVO – Le partecipanti sono state 100/150, tutte portatrici di capelli biondi variamente dimensionate per quanto riguarda l’altezza e il peso, tutte abbigliate con vestimenta eterogenee color rosa il busto sul bianco del rimanente e viceversa, coreografate dal ritmo delle canzoni di alcune pop star televisive locali karaokeggianti, per un pubblico di 1000 spettatori curiosi e poco rumorosi: hanno raggiunto la Piazza del Duomo sfilando lungo un percorso non piu lungo di 1000 metri, nella città di Riga, considerata da alcuni la Parigi del Baltico abitata da 700 mila residenti e 300 mila ospitii in soggiorno turistico o lavorativo. Tale Go Blonde Festival è stato disapprovato dalla cittadinanza femminile come iniziativa denigratoria della città capitale della Lettonia e di chi la abita dignitosamente.
(http://www.youtube.com/watch?v=Sef7e71TKRo)
http://gossip.cronacaqui.it/04/06/2010/lettonia-parata-di-bionde-alla-marylin-per-risollevare-umore-e-pil/
http://www.style.it/news/le-notizie-del-giorno/2010/6/08/bionde-in-marcia-per-le-strade-di-riga.aspx
UNA MACRO BIBLIOTECA PER UNA MICRO UTENZA INTELLETTUALE IL “CASTELLO DELLA LUCE“ DIAGRAMMOMORFO IN LETTONIA
Continuano i lavori per la costruzione del “Castello della Luce“ a Riga, la Biblioteca Nazionale Lettone (Latvijas Nacionala biblioteca) sulla riva sinistra del fiume Daugava, prospiciente la riva destra sulla quale fu dato inizio nel 1201 alla costruzione della Riga Vecchia.
La prima pietra fu posata il 20 giugno 2008, in concomitanza con il 90° della Repubblica di Lettonia, presente il Ministro della Cultura in carica Helena Demakova, che fu fotografata con le mani intrecciate e il volto pensieroso, desiderosa (sicuramente!) di presenziare anche la posa dell’ultima pietra e l’inaugurazione prevista per l’anno 2012.
L’edificio in costruzione è stato progettato dall’architetto di fama mondiale Gunnar Birkerts, nato a Riga ma residente negli USA, autore di altri 14 spettacolari progetti di biblioteche. Avrà una forma monumentale “diagrammomorfa” col lato più corto che s’inerpicherà come il lato roccioso di una montagna, fino ai 56 metri del vertice, e il lato più lungo che digraderà come il declivio di una collina. Profilando un insieme multifacciale di 50.000 mq utili: nel senso che avrà quattro facciate diversamente connotate formalmente per chi lo esaminerà adottando un punto di vista rotante, più una singolare visione per il punto di vista a volo d’uccello.
Contenitore definitivo per l’immagazzinamento di 5,5 milioni di libri, 47.000 libri rari e manoscritti, una pletora di manoscritti dei sec. 18 ° e 19 °, testi vari e mappe: con sale di lettura per 1200 utenti e un auditorium dotato di 350 posti.
Costo iniziale preventivato 200 milioni di euro, costo definitivo non ancora preventivato con esattezza. E’ diffusa l’opinione che i lavori per la sua costruzione non saranno completati nel 2012 e che per la sua gestione e il suo funzionamento dovrà essere impiegata una forza lavoro costituita da un numero di dipendenti statali superiore al numero degli utenti giornalieri cittadini lettoni.
Monumento architettonico a futura memoria di un Ministro della Cultura egolatra che nel frattempo si è affaccendato in tutt’altre faccende. Equivalente, come edificio architettonico sovradimensionato, a uno Stadio Bernabeu costruito per contenere 100.000 tifosi, là dove la squadra campione locale di tifosi ne ha 10.000. Disapprovato come spesa statale da tutti i cittadini lettoni disagiati dalla crisi economica che ha pressocchè azzerato il welfare sociale nazionale.
Tale Biblioteca Nazionale è stata battezzata “Castello della Luce”, poiché l’idea progettuale che l’ha generata si basa su un’antica leggenda lettone e perché simbolizzi “a futura memoria” il risveglio intellettuale e l’indipendenza spirituale della Lettonia, dopo gli anni della guerra e dell’occupazione russa.
(Per vedere e leggere altro cliccare: http://www.gaismaspils.lv/gp/index.php)
IL “CORPUS HERMETICUM” DI LOLITA TIMOFEEVA ESPOSTO IN UNA GALLERIA GREGARIA A RIGA
LA NOTIZIA – Lolita Timofeeva, la pittrice lettone italiana russofona che ha la casa e l’atelier a Bologna, si è data visibilità espositiva allestendo una mostra d’arte nella sua città natale (Riga) capitale di una repubblica europea (Lettonia) stazionata fuori dall’eurozona perché sorvegliata speciale a rischio default con bancarotta. L’ha allestita esponendo 39 disegni (cm. 50×35) eseguiti durante il 2008 su carta acquerellata con fondi di caffè diluiti: tutti proposti come “bozzetti” di altrettanti dipinti di un ciclo intitolato Corpus Hermeticum; tutti concepiti e realizzati rispettando le costanti materiche, formali e poetiche con eleganza e perizia compositiva, proprie di ogni individualità creativa capace ed eclettica, dotata di versatilità istintiva e connaturata.
“ Una piccola anteprima di una grande mostra sulla quale (più corretto “per la quale”) sto lavorando ormai da più di tre anni”, ha scritto: auto-eventizzandola nel blog personale.
L’ha allestita nel monovano espositivo della Tifana Gallery (http://www.tifanagallery.com), inaugurandola il 27 aprile (durata fino al 26 giugno). Con famigli e conoscenti ruolati figuranti e animatori di un vernissage disertato dall’establishement artistico e culturale righese. Presente al momento dell’inaugurazione soltanto il pittore Janis Andris, ex rettore dell’Accademia di Belle Arti.
Assente Solvita Krese, director del Latvian Centre for Contemporary Art, che continua a contestare la Timofeeva come rappresentante artistica della Repubblica di Lettonia nella Biennale di venezia 1997, considerandola straniera perchè cittadina italiana dal 1993: solidale in ciò con Helena Demakova, critico d’arte lettone militante ed ex ministro della cultura. Assente anche Inga Steimane, editor in chief del settimanale Kulturas Forum, e qualche redattore della rivista Studia. Assenti in gran numero perfino gli artisti lettoni esposti nella Artefiera 1995, anche per suo merito. Assenti le rappresentanze delle Istituzioni italiane insediate a Riga e del Latvia Museum of Foreign Art nel quale difficilmente tornerà in esposizione come star “straniera” protagonista.
IL COMMENTO – L’esposizione è risultata griffata dall’autarchia per quanto riguarda la organizzazione, la promozione, la sponsorizzazione, la “esegesi” e la masmediatizzazione sia web sia cartacea, non supportata da un catalogo o una brochure, allestita in una galleria d’arte gregaria, poco ambita come spazio espositivo dalle “firme” artistiche lettoni, imparagonabile (per es.) alle gallerie Rigas, Daugava, Bastejs: ognuna diversamente leader e diversamente attiva sia in patria sia all’estero. Risultando anche connotata come una rimpatriata organizzata dall’artista, per curricularsi protagonista di un evento espositivo personale nella città natia. Una Timofeeva in difficoltà per quanto riguarda la organizzazione di expo personali in Italia e altrove (nessuna personale allestita durante gli anni 2006-2009), perché priva di mentori influenti e di promoter adeguatamente relazionati, detentori di potere organizzativo e dotati di supporters personali.
Sconveniente ogni esame comparativo dell’esposizione nella Tifana Gallery con le tre esposizioni precedenti allestite dalla stessa pittrice a Riga in altre location, a cominciare dalla prima (memorabile!) datata 1996 nello spazio della Rigas Vini, iper-massmediatizzata in più lingue (italiana, lettone e russa), che fu inaugurata da Umberto Pestalozzi Ambasciatore d’Italia in Lettonia, presente Indulis Zarins, storico e prestigioso rettore dell’Accademia di Belle Arti, con al seguito alcuni docenti subalterni, e un folto gruppo di italiani appositamente giunti con un volo charter Rimini-Riga, durante il quale Emanuele Viscuso improvvisò a 11.000 metri di altitudine l’esposizione di alcune sue mini sculture in legno in viaggio per essere esposte a Riga.
IL GIUDIZIO – Una esposizione personale spadrinata e spresidentata (anche disassesorata), allestita, dove e come è stato possibile, per interrompere un prolungato periodo di astinenza espositiva, destinata a suscitare una flebile eco massmediatica in ogni lingua. Una performance approvata in primis (e soltanto) dall’amicalità indulgente di conoscenze d’ambo i sessi in tutt’altre faccende egotiche affaccendate, sia in Lettonia sia in Italia. Hortus conclusus (… giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata), di un creativa polimorfa lettone italiana, sedicente “ibrida”, self-promoter in trasferta nel loco natio. Un esperimento eseguito prospettandosi l’eventuale ritorno nell’alveo esistenziale originario dove scorrono e continueranno a scorrere le sue affettuosità parentelali, benefit provvidenziali e previdenziali, nel momento in cui dovesse decidere di trascorrere in compagnia badante e rassicurante il tempo residuo della sua esistenza: dovesse rivelarsi disagevole continuare a festeggiare in Italia genetliaci antaizzati tra conoscenti trovati e smarriti, di puro servizio contingente, in gran numero convenzionali o provvisori. (dal Blog: http://www.lampisterie.ilcannocchiale.it)
Lolita Timofeeva, qui habite et travaille dans son atelier à Bologne, s’est donnée une certaine visibilité expositive en préparant une exposition d’art dans sa ville natale (Ligne) capitale d’une république européenne (Lettonie) située hors de l’eurozone pour être spécialement surveillée à cause de ses risques de banqueroute. Elle l’a préparée en exposant 39 projets (cm. 50×35) exécutés pendant 2008 sur papier aquarelle avec des fonds de cafés dilués : tous proposés comme « ébauches » d’autant de peintures d’un cycle intitulé Corpus Herméticum. Tous conçus et réalisés en respectant les constantes matérielles, formelles et poétiques avec élégance et habilité de composition, souligné par toute son individualité créatrice, capable et éclectique, douée, versatile, instinctive et « connaturata ». « Une petite avant-première d’une grande exposition sur laquelle (plus correct « pour laquelle ») je travaille maintenant depuis plus de trois ans », écrit-elle : en s’auto-promotionant dans son blog personnel. Elle l’a préparée dans le mono-espace d’exposition de la Tifana Gallery (http://www.tifanagallery.com), en inaugurant le 27 avril (durée jusqu’au 26 juin). Avec sa famille, connaissances de figurants enrôlés et des animateurs d’un vernissage déserté de l’establishment artistique et culturel de Riga. Présent au moment de l’inauguration: seulement le peintre Janis Andris, l’ex recteur de l’Académie des beaux-arts. Absent Solvita Krese, directeur du Latvian Centre for Contemporary Art, qui continue à contester la Timofeeva comme représentante artistique de la République de Lettonie dans la Biennale de Venise 1997, en la considérant étrangère parce que citadine italienne depuis 1993 : solidaire en cela avec Helena Demakova, critique d’art lettone militante et ex ministre de la culture. Absent, même Inga Steimane, éditeur en chef de l’hebdomadaire Kulturas Forum, et quelques rédacteurs de la revue « Étude ». Absents en grand nombre les artistes lettons exposés dans l’Artefiera 1995, même pour son propre mérite. Absents les représentations des Institutions italiennes installées à Ligne et de la Latvia Museum of Foreign Art dans lequel difficilement elle refera une exposition comme star « étrangère » protagoniste. COMMENTAIRES – L’exposition a été une manifestation d’autarcie en ce qui concerne l’organisation, la promotion, le parrainage, l’interprétation et les moyens de communication, soit web soit journaux, sans support d’aucun catalogue ni brochure, préparée dans une galerie d’art considérée comme grégaire, réduite comme espace d’exposition des « signatures » artistiques lettonnes. Incomparable (par ex.) aux galeries Rigas, Daugava, Bastejs : chacune différemment dirigée et différemment active, soit au niveau national, soit à l’étranger. Exposition considérée comme des retrouvailles organisées par l’artiste, pour se rendre protagoniste d’un évènement expositif personnel dans sa ville natale. Une Timofeeva en difficultés en ce qui concerne l’organisation d’expos personnelles en Italie et ailleurs (aucune « personnelle » préparée pendant les années 2006-2009), parce qu’elle n’a aucun mentor influent, ni promoteur adéquatement relationné, détenteurs de pouvoir d’organisation et doués de supporters personnels. N’importe quel examen comparatif de l’exposition dans la Tifana Gallery devient indécent par rapport avec les trois expositions précédentes préparées pour la même peintre de Ligne dans d’autres lieux. À commencer par la première (mémorable !) datée de 1996 dans l’espace du Rigas Vins. Hyper-médiatisée en plusieurs langues (italienne, lettonne et russe). Inaugurée par Umberto Pestalozzi Ambassadeur d’Italie en Lettonie. Présent Indulis Zarins, historien et prestigieux recteur de l’Académie des Beaux-Arts, avec sa « suite » de quelques professeurs subalternes, et un grand groupe d’italiens expressément réunis et voyageant par vol charter Rimini-Ligne. Vol pendant lequel Emanuele Viscuso improvisa à 11.000 mètres d’altitude l’exposition de certaines de ses mini-sculptures en bois pour être exposé à Ligne. Le JUGEMENT: Il s’agit d’une exposition personnelle désapadrinée, sans présidence, (sans aucun conseiller), préparée, où et comme il a été possible, pour interrompre une trop longue période d’abstinence expositive … destinée à susciter un plaintif écho des moyens de communication. Une performance approuvée en petit comité privé (et seulement) grâce à l’amitié indulgente de connaissances de tout sexe et toutes autres affaires égotiques, soit en Lettonie, soit en Italie. Hortus conclusus (… jardin fermé tu es, ma soeur, épouse, jardin fermé, fontaine cachetée), d’une créatrice polymorphe lettone italienne, appelée « hybride », par un self-promoteur en déplacement dans son propre lieu natal. Une expérience exécutée en s’exposant à l’éventuel retour dans l’alvéole existentielle originaire où glissent et continueront à glisser sa tendresse paternelle, bénéfice providentiel et prévisible, au moment où il fallait décider de passer en compagnie occupante, et rassurant le temps qui reste de son existence : il devait se révéler inconfortable de continuer à fêter en Italie des « genetliaci antaizzati » parmi des connaissances trouvés et égarées, de pur service contingent, en de grand nombre conventionnels ou provisoires.