Archive for the ‘Italo-Baltica News’ Category
LA KREMERATA BALTICA IN CONCERTO A ROMA
Gidon Kremer – uno dei più grandi virtuosi del violino attuali e musicista di forte e originale personalità – torna a Roma in compagnia della Kremerata Baltica. Quest’orchestra da camera da lui fondata nel 1997 doveva inizialmente essere “un regalo a me stesso per il mio cinquantesimo compleanno” , secondo le parole di Kremer stesso; ma quando ha conosciuto l’entusiasmo e le potenzialità di quei ventisette giovani strumentisti provenienti da Estonia, Lituania e Lettonia, Kremer ha deciso di continuare in modo stabile e intenso questa collaborazione, per condividere la sua lunga esperienza con le intuizioni e le idee della giovane generazione. Così questo “regalo” è diventato il fulcro della sua attività artistica e insieme hanno girato il mondo in innumerevoli tournée e hanno inciso vari dischi, vincendo il Grammy nel 2002 col cd “After Mozart”.
Con loro suona in quest’occasione un giovane e brillante talento, la ventiduenne pianista Khatia Buniatishvili, georgiana di nascita e viennese di studi. Ha dato i suoi primi concerti a sei anni, a tredici è stata invitata al prestigioso festival svizzero di Verbier, a venti ha esordito alla Carnegie Hall di New York e si presenta ora per la prima volta al pubblico romano. Il programma alterna grandi classici e compositori contemporanei. Kremer sarà il solista nel Concerto n. 5 in la maggiore KV 219 di Mozart e la Buniatishvili nel Concerto in re maggiore di Haydn. Insieme presenteranno Valse Boston del settantacinque georgiano Giya Kancheli, uno dei più noti compositori dell’est europeo, la cui musica ha sempre un’impronta molto personale e un’immediata capacità comunicativa. Completa il programma la prima esecuzione a Roma di Sun Triptych di Dobrinka Tabakova. Nata in Bulgaria trent’anni fa e da venti residente a Londra, la Tabakova tra le più interessanti rappresentanti della nuova leva di compositrici che si sta affermando in campo internazionale, un fenomeno inedito in un settore fino a qualche anno fa tradizionalmente riservato agli uomini. (Vita di Donna)
Ue: deficit, ‘misure adeguate’ da Malta, Lituania, Ungheria e Lettonia
(Adnkronos/Aki) – Malta, Lituania, Lettonia e Ungheria hanno adottato “misure adeguate” per la correzione dei loro deficit. E’ quanto ha dichiarato il commissario uscente agli affari economici e monetari Joaquin Almunia a nome della Commissione europea, che stamattina ha tirato le conclusioni sulle azioni intraprese da questi stati membri per la riduzione del loro deficit.
AVVISO – Il sito www.italo-Baltica.it è stato arricchito con una pagina intitolata AMBASCIATE & CONSOLATI costituita da indirizzi utili. Chiunque riscontri inesattezze, oppure lacune, in tali indirizzi, le segnali scrivendo mail a rossiroiss@libero.it
MALGRADO LA CRISI ECONOMICA CHE DISAGIA LA LETTONIA
PROSEGUE LA COSTRUZIONE DEL CASTELLO DELLA LUCE A RIGA
I lavori per la costruzione del Castello della Luce (alias Biblioteca Nazionale) continuano a Riga, malgrado le difficoltà economiche permangano in Lettonia e la disoccupazione nazionale continui a occupare il primo posto col suo 26% nella classifica degli Stati UE.
Cliccando http://www.gaismaspils.lv/gp/index.php è possibile osservare la crescita dell’edificio dai punti di vista di due webcam in funzione ininterrottamente (notte e giorno), una delle quali lo riprende visto dalla città vecchia, già elevato al di là del fiume Daugava fino al 7° piano della sezione destinata a concludersi con la determinazione del vertice piramidale che contrassegnerà l’altezza definitiva.
Chi ha rapporti con persone residenti in Lettonia, osservando i lavori in corso per la sua costruzione può vedere che tempo fa a Riga di giorno in giorno, di stagione in stagione, e commentarlo con i propri interlocutori.
La edificazione del Castello della Luce è stato fortemente voluto da Helena Demakova che ha presenziato la posa della prima pietra nel giugno 2008, a futura memoria della sua attività di ministro della cultura (divenuto nel frattempo Ex), privilegiandolo come spesa prioritaria a prescindere da ogni altra necessità di spesa per una maggiore assistenza sanitaria pubblica, l’aumento delle scarne pensioni agli ansiani indigenti e la riorganizzazione dell’educazione scolastica.
Quando il Castello della Luce sarà ultimato, per la sua „illuminazione“, gestione e manutenzione sarà necessario stipendiare una quantità di impiegati fissi maggiore della quantità di utenti mobili: causa la denatalità in crescita, l’emigrazione inevitabile dei più giovani, la conseguente diminuzione della popolazione attiva e produttiva residente.
AVVISO – Il sito www.italo-Baltica.it è stato arricchito con una pagina intitolata AMBASCIATE & CONSOLATI costituita da indirizzi utili. Chiunque riscontri inesattezze, oppure lacune, in tali indirizzi, le segnali scrivendo mail a rossiroiss@libero.it
LA PITTRICE LOLITA TIMOFEEVA
HA PAURA DI GOOGLE COME I CINESI
Lolita Timofeeva ha paura di Google come i cinesi: lo esplora e scandaglia ogni giorno in cerca dei link che la riguardano come pittrice lettone italiana russofona, sempre meno esposta e celebrata dal cosiddetto „sistema dell’arte“ (gallerie, fiere, locations museali, case d’asta, editoria e magazine settoriali). Pronta full-time a scrivere lettere per intimare a Aruba SPA, Word Press, Facebook et similia la rimozione di ciò che disapprova, perchè le risulta disagiografico e disagiante. Particolarmente e specificatamente (anche esclusivamente!) ciò che risulta webizzato da me, Enzo Rossi-Roiss: il suo ex proto-esegeta e proto-promotor multiruolato in tutt’altra promozione (poi) affaccendatomi.
Non ha ancora indirizzato alcuna mail a Eric Schmid, chief executive di Google domiciliato negli USA, ma lo farà appena considererà opportuno (necessario) fare ciò: sponte sua, oppure consigliata dall’avvocato Lavinia Savini che l’assiste per quanto riguarda la tutela del suo „buon nome“ con copyright.
Io, però, non sono scrittore facile da intimidire, nè blogger disponibile ad autocensurarmi come opinionista critico, in dimestichezza col giornalismo legittimato dalla legislazione che tutela la libertà di espressione del pensiero personale e la notiziazione con commento e illustrazioni di fatti e accadimenti incontrovertibili.
Rebus sic stantibus, perciò, la Timofeeva prenda atto che si autodanneggia, persistendo nella scrittura di mail finalizzate a ottenere la rimozione di ciò che scrivo e illustro in websiti e blog, per notiziarla come ex star di performance espositive „clamorose“, artista eclettica in età antaizzata poco massmediatizzata, creatrice di opere connotate dal nomadismo sia formale sia contenutistico, con sempre meno esposizioni „clamorose“ curriculabili a cominciare dal 2005: docet il webizzato nel suo sito personale www.lolitatimofeeva.it
(già postato nel Blog www.lampisterie.ilcannocchiale.it e come NOTA in Facebook)
DELLA "PRIAPEIDE VETROSA" DI ILZE JAUNBERGA
REALIZZATA A MURANO PER LA BERENGO COLLECTION
EVENTO DI "CARNASCIAL ART ESCA 2010" A VENEZIA
Molti dei visitatori Della expo “Priapeide Vetrosa”, allestita nella sede della Berengo Collection a Venezia (San Marco 412/413), in concomitanza col Carnevale 2010 e col patrocinio della Compagnia De Calza “I Antichi”, coglieranno l’occasione per improvvisarsi poeti priapei, oppure per dissertare intorno alla carica simbolica del flauto diritto o dolce che da sempre simbolizza il fallo nell’immaginario erotico: particolarmente quando risulta suonato da flautiste che rammemorano i tempi antichi romani, durante i quali suonare con arte il flauto ha sottinteso praticare con arte la fellatio come le “ambubaie” siriane, rappresentando una categoria di prostitute signorili e ballerine raffinate (docet Petronio col suo Satyricon: Quid enim, inquit, ambubaia non me misit?). Tanto che nell’odierno dialetto romanesco, l’espressione “suona stò ciufolo” sta a designare la medesima pratica erotica, poiché il “ciufolo” da suonare è il “ciufolo a pelle”, ovvero il membro maschile. Derivando i risvolti erotici del flauto anche dalla pratica e dall’insegnamento dello strumento, con l’implicazione dello studio della cavità orale e dell’esercizio della lingua ( i così detti “colpi di lingua”), con tutto ciò che ne consegue nell’immaginario erotico maschile…soprattutto.
I più eruditi improvviseranno dialoghi licenziosi, del genere fescennino antico, con riferimenti alla “Dionisie”, le feste annuali celebrate nell’antica Grecia in onore di Dioniso (dio del vino) e di Hybris (l’ebbrezza smisurata): feste durante le quali, in città come in campagna, si formavano lunghi cortei, detti “Falloforie”, all’interno dei quali ogni famiglia brandiva un fallo e mo’ di cero, scambiando motteggi osceni rituali e cantando canzoni falliche e inni licenziosi. Tra le più famose le feste della città dorica di Sicione. Del testo di una canzone è noto questo frammento: “Ritiratevi, fate posto / al dio! Perché egli vuole / enorme, retto, turgido, / procedere nel mezzo”.
Sapendo che ad Atene, le principali feste di Dionisio erano le “Lenee”, nel mese di Gamelione (dicembre-gennaio) e le grandi Dionisie nel mese di Elafebolione (febbraio-marzo). E che in ciascuna di queste occasioni, nei tre giorni successivi alla cerimonia si svolgevano rappresentazioni drammatiche.
Aristofane, negli “Acarnesi”, teatralizza Diceopoli che va alle Dionisie con la moglie, la figlia in qualità di canefora (portatrice sul capo di un canestro con gli strumenti del sacrificio) e due schiavi che portano il fallo. “Xantia, voi due dovete tenere il fallo ritto dietro la canefora: io seguirò cantando l’inno fallico…Avanti”, dice Deceopoli. (Negli scritti di Aristofane il fallo è nomato cece, chicco d’orzo, chiodo, toro).
Ai visitatori giapponesi, le scarpe in vetro di Murano, creazioni di Ilze Jaunberga calzate da piedi fallomorfi di cristallo trasparente, rammemoreranno le Falloforie di Komaki a sud di Tokio dove hanno nome “Hounen Maturi”, celebrate il 15 marzo di ogni anno: con sciamannati d’ambo i sessi euforizzati dal sakè, nel ruolo di portatori di sculture legnose fallomorfe (ex-voto) di ogni peso e dimensione (3 quintali la più pesante, ricavata da un tronco di cedro), all’antico santuario di Tagata. (http://www.youtube.com/watch?v=eXh3UUwn1_I&feature=fvw)
Ai conoscitori informati di ciò che si può creare modellando artisticamente la materia vetrosa, infine (finalmente!), e ai collezionisti di sculture in vetro che non raffigurano, diversamente dimensionato e colorato, il solito abbraccio frontale di amanti in piedi e la stereotipia varia decorativa, modellata per clienti turisti massificati, “Priapeide Vetrosa” risulterà meritevole di essere esaminata cominciando con l’accertamento delle dimensioni dell’area metaforica nelle quale fare esplodere la carica simbolica delle opere che la costituiscono.
Approcciando, così, ognuna delle sculture dell’artista lettone come oggetto materiale scultoreo dotato di pertinenze estetiche, degno di essere esaminato da estetologi più che da pseudo e simil esegeti maldicenti.
Perché di “Priapeide Vetrosa” si parli e si scriva con cognizione di causa…come suol dirsi!
Un altro inverno a Riga
Stamani i fumi bianchi dei camini salivano in cielo dritti e sicuri, senza curve di vento. Segno che il tempo restera’ immutato nei giorni a venire. L’aria sottile e appuntita del mattino marcava al termometro fuori dalla nostra finestra – 18.
Nelle strade secondarie c’e’ un ghiaccio spesso e duro nelle carreggiate, mentre ai lati, nei marciapiedi, nei giardini, nei viali alberati, si ammucchia neve su neve.
I rumori escono fuori ovattati, ed e’ un enorme ovatta bianca che si stende su tutto questo paese da fiaba. Cominciava gia’ nelle infinite campagne della Polonia e della Lituania, che ieri sorvolavamo in aereo.
Nelle campagne stanotte si sfioreranno i – 30, e nelle stufe a muro, nei caminetti delle case, in ogni luogo abitato crepiteranno fuochi di betulla, di faggio e di frassino.
Oggi pomeriggio eravamo fuori mentre il sole calava oltre la Daugava, scomparendo come in un soffio, un lieve vapore di luce che ansimava sopra l’orizzonte. Sembrava lo accompagnasse il nostro fiato che gelava in nuvole bianche. (Bartleboom – 24 gennaio 2010)
LA BIOEDILIZIA DELLA FO.CA COSTRUZIONI
CON STABILIMENTI IN LETTONIA
Una casa a basso impatto ambientale, "chiavi in mano" o con i soli elementi di copertura per permettere una maggiore personalizzazione, è quanto propone "La Fo.Ca Costruzioni" di Torino, azienda che dal 1960 produce soluzioni abitative in bioedilizia, mettendo al centro del proprio servizio l’individuo e una concezione della casa come luogo dove abitano le emozioni. Con materiali al 100% ecologici, in particolare legno proveniente dalla Svezia, La Foca Costruzioni è un leader del mercato italiano nella bioedilizia. Con stabilimenti in Francia ed in Lettonia, l’azienda affianca il cliente nell’individuazione della soluzione abitativa più idonea alle proprie esigenze: telaio della casa con coperture, grezzo avanzato oppure l’immobile completo, chiavi in mano, fino al livello di finiture richiesto, con serramenti in vetro e gas argo, riscaldamento al pavimento, un impianto di domotica per la gestione degli elettrodomestici e dei sistemi di apertura. Infine, la particolare duttilità costruttiva degli edifici e delle abitazioni di La Foca permette di eliminare le barriere architettoniche.
UNA SCULTURA D’ARTISTA LITUANA
E’ STATA DONATA ALLA SANTA SEDE
”Le ali dell’Angelo II” è il titolo di una scultura che l’artista lituana Violeta Juskute ha donato alla Santa Sede per le collezioni d’arte del Vaticano. E’ una rappresentazione moderna del sogno di Icaro, dedicata al Millennio della Lituania, realizzata a futura memoria del pellegrinaggio compiuto dai velisti lituani intorno al Mediterraneo nell’estate 2009.
ESTONIA E SARDEGNA IN SINTONIA… MARINARA
MENTORE UN CONSOLE ONORARIO INTRAPRENDENTE
La necessita’ di intensificare gli scambi culturali ed economici fra la Sardegna e l’Estonia e’ stato l’argomento al centro dell’incontro che il vice presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Giuseppe Luigi Cucca, ha avuto oggi con l’ambasciatore dell’Estonia a Roma, Andres Tomasberg, che era accompagnato dal Console generale in Italia, Mikke Rebane e dal Console onorario di Cagliari, Marcello Fois.
Nel corso del colloquio sono stati analizzati gli sviluppi di un rapporto che si sta intensificando fra la Sardegna ed il paese del Baltico sia dal punto di vista culturale con il sempre piu’ intenso scambio di studenti estoni che scelgono la Sardegna per periodi di stages e di ragazzi sardi interessati a conoscere l’Estonia. Ma anche scambi di carattere economico come ha sottolineato l’ambasciatore Tomasberg, ricordando che a Tallin, la capitale estone, sono ormai sempre piu’ numerose le iniziative imprenditoriali italiane e sarde.
”Occorre a questo proposito – ha detto Giuseppe Luigi Cucca- proseguire con determinazione su questa strada al fine di accrescere l’interscambio culturale e turistico fra Sardegna ed Estonia”.
Un Paese, ha voluto sottolineare Tomasberg in qualche misura molto simile alla Sardegna, per grandezza territoriale, numero di abitanti e vocazione marinara: ”Tallin e’ storicamente uno dei porti principali dell’Europa settentrionale” . Al fine di rafforzare i rapporti fra Cagliari e Tallin, oggi verra’ inaugurata dall’Ambasciatore Tomasberg una mostra fotografica sul paese Baltico, preludio per un’analoga iniziativa dedicata alla Sardegna a Tallin in un prossimo futuro. (Adnkronos)
http://www.regione.sardegna.it/j/v/25?s=132467&v=2&c=6578&t=1
PREMIATO A VERONA GIOVANE LETTONE
TALENTOSO CANTANTE LIRICO
In una sala del Palazzo Barberini a Verona è stato premiato il lettone Valdis Jansons con altri 11, a conclusione dell’VIII Concorso Internazionale di Canto “La Bohéme”, promosso dall’Istituto Internazionale per l’Opera e la Poesia, in collaborazione con Unesco, Regione Veneto e Comune di Verona. Inerpreterà il personaggio di Marcello dell’opera di Puccini, che sarà portata in scena al Teatro Filarmonico il 22, 24, 26, 28 e 30 gennaio 2010.
Nato a Riga (Lettonia) nel 1979. Nel 1996 ottiene il diploma della scuola musicale "J.Medins" di Riga,classe di violino(studi compiuti dal 1985).Si è formato presso il Collegio musicale "J.Medins" di Riga, Lettonia (1997-2002) sotto la guida della docente di canto N.Kozlova diplomandosi con valutazione ottimale. (Dal 2000 svolgendo attività concertistica in Lettonia).
Dal 2002 al si perfeziona presso il Conservatorio "Arrigo Boito" di Parma con la docente di canto Lucetta Bizzi diplomandosi nel 2007.
E’ stato condannato DANIELE Dondè
per il falso Picasso ESPOSTO A VILNIUS
Davanti al giudice del tribunale di Cremona, Pierpaolo Beluzzi, Daniele Dondé ha chiuso con un patteggiamento a 800 euro di multa (pena coperta dall’indulto) una vicenda nata a Vilnius, capitale della Lituania, nell’hotel Narutis, dove allestì una personale: 50 tele, tra cui falsi di Cezanne, Monet, Modigliani, Degas. La procura lituana si accorse che in mostra Dondè aveva portato il Picasso. Scattò la denuncia che ha portato al procedimento giudiziario.
Il Donde è nato a Cremona 59 anni fa ed è considerato il massimo esperto mondiale dei falsi d’autore. Tra i suoi capolavori, figurano tra gli altri “Il ragazzo con la pipa” di Pablo Picasso e il “Ritratto di madame M” di Tamara de Lempicka. Le copie in questione sono però una sorta di “corpo del reato”: nel 2005 Dondé violò la legge sul diritto d’autore, riproducendo le tele a suo nome, ma non erano ancora trascorsi 70 anni dalla morte del pittore spagnolo (Malaga 25 ottobre 1881 – Mougins 8 aprile 1973) e della pittrice polacca (Varsavia 16 maggio 1898, Cuernavaca 18 marzo 1980).
I suoi dipinti sono apprezzati da molti: Gianni Agnelli ne ha acquistati 22, soprattutto copie di Mirò; Frank Sinatra 24, tutti Modigliani; Sofia Loren, quattro Dalì. Tra i suoi clienti fissi è possibile annoverare anche Giovanni Paolo II, la principessa Diana e Gianni Versace, ma anche Ivana Trump, il principe Alberto di Monaco, Alberto Tomba e Schwarzenegger.
L’ESTONIA FOTOGRAFATA DA ANDRES LUMI
Una esposizione di fotografie al Centro d’Arte e Cultura Il Ghetto di Cagliari è stata realizzata per censire immagini dell’Estonia e illustrare dove e perchè effettuare un viaggio di scoperta e conoscenza di un Paese moderno dal cuore antico. E’ possibile visitarla dal 23 al 30 gennaio 2010, costituita da trenta suggestive immagini realizzate dal fotografo estone Andres Lumi.
L’iniziativa, promossa dall’Ambasciata della Repubblica d’Estonia in Italia, dal Consolato Onorario della Repubblica di Estonia in Sardegna e con il contributo organizzativo dell’associazione Sardegna Estonia e dell’associazione culturale Artècrazia, intende favorire e diffondere una maggiore conoscenza del Paese Estonia in Italia, e in particolare in Sardegna, con uno sguardo rivolto verso tre tematiche: l’ambiente, il paesaggio, le persone.
„Carnascial ART esca“ in salsa lettone a Venezia IN CONCOMITANZA COL CARNEVALE 2010
“Carnascial ART esca 2010” (6-16 febbraio), rassegna artistica plurilocata a Venezia – organizzata, promossa e patrocinata dalla Compagnia De Calza “I Antichi”, a cura di Enzo Rossi-Ròiss in concomitanza col Carnevale – tra i suoi protagonisti avrà anche due artiste lettoni di Riga: Signe Baumane e Ilze Jaunberga. Nelle schede che seguono è possibile leggere quanto basta per sapere dove e quando partecipare ai loro eventi.
FOYER DEL TEATRO LA FENICE: JAUNBERGA
Ad majorem Compagnia De Calza gloriam
Esposizione intitolata “Ad majorem Compagnia De Calza gloriam”, allestita nel Foyer del Teatro la Fenice – Sala Ammannati, con grandi opere dipinte dall’artista lettone Ilze Jaunberga, nelle quali risultano iconizzate la ritualità e la mitologia dei Compagni De Calza “I Antichi”.
La Jaunberga (www.ilzejaunberga.com) è un’Artista De Calza, già protagonista di eventi espositivi personali a Venezia in concomitanza con la Biennale Internazionale d’Arte (2005 – 2007-2009) e il Carnevale a cominciare dal 2006.
Sia di ogni veneziano e di ogni foresto, come di ogni poeta, infin la meraviglia dei dipinti creati da Ilze Jaunberga per iconizzare, a futura memoria dei più, il Carnevale veneziano che la Compagnia De Calza “I Antichi” ha concorso a ripristinare nel 1981: continuando ad attivarsi successivamente con iniziative varie, per manifestare e comunicare la necessità di divertire divertendosi durante tutto l’anno. Un Carnevale che non ha alcunchè in comune col Carnevale di ogni giorno, manifestazione collettiva di sregolatezze globalizzate che deprimono le attese e appiattiscono la realtà, banalizzando ogni entusiasmo.
L’artista lettone ha concepito e realizzato le sue opere dopo aver soggiornato a Venezia durante tutti i giorni dei Carnevali 2006 – 2007 – 2008 – 2009, familiarizzando con i Compagni De Calza e condividendo ogni loro in iniziativa.
DI CAMPO IN CAMPO: BAUMANE
Teat beat of sex
Proiezioni replicate in campi e campielli (sulle facciate di palazzi varii) dei quindici shorts sull’amore e il sesso della lettone Signe Baumane, intitolati “Teat beat of sex” (www.signebaumane.com) .
Si tratta degli stessi shorts proiettati singolarmente, prima di ogni proiezione, nella Sala Perla al Lido di Venezia durante i giorni della 66. Mostra Internazionale del Cinema (2-12 settembre 2009) e tutti di seguito (durata 40 minuti) dagli organizzatori della 6a edizione dei Venice Days, sullo schermo all’aperto della Villa degli Autori a conclusione delle Giornate degli Autori.
Gli shorts della Baumane illustrano la sessualità scritta, disegnata, animata e commentata (vocizzata) senza se e senza ma da una over 40, memore del proprio vissuto sessuale a Riga e altrove in età over 20 e over 30, diplomata in filosofia all’Università di Mosca nel 1989, cittadina della Repubblica di Lettonia sovietizzata fino al 1991. Argomentando il punto G, la masturbazione, le misure del fallo, la verginità, l’orgasmo vaginale, il sesso anale e quello orale, le mestruazioni, anche le malattie, e molto altro. Protagonista Cynthia, portatrice sana di „guizzi erotici“ penalizzati da una disagiante singletudine malcelata, „ragazza della porta accanto“ fine dicitrice ironica delle sue fantasie sexuali, tema ricorrente dei suoi racconti disegnati con protagonisti d’ambo i sessi provvisti di organi sessuali popstilizzati.
(http://toromagazine.com/sex/sex-column/cd14ebdf-ffab-4034-3d90-6b81d93556fd/Teat-Beat-of-Sex/index.html)
L’EMIGRAZIONE DI UN ITALIANO IN LITUANIA UNA SCOMMESSA PER LA VITA
(dal Blog di Karim)
Sono un emigrante italiano che vive in Lituania. Tempo fa ho sentito un voce, mai confermata, che faceva notare che ci sono più calabresi in Canada che in Calabria. Una legge non scritta, ma praticamente dimostrabile, recita: “Ovunque tu vada, ci sarà sempre un italiano”. La mia esperienza personale dimostra che è una legge infallibile. (Piccola diversione matematica: se non si esclude dalla regola se stessi, nel caso si sia italiani, tale regola diventa un paradosso, perché nel momento in cui ti rechi in un posto straniero un’italiano c’è: ovvero te stesso!)
Quasi ogni giorno mi chiedo se la Lituania sia la scommessa giusta. Un po’ come i trader comprano azioni, e quindi danno fiducia a delle aziende, oppure comprano valute, e quindi danno fiducia ad un paese, io sto investendo il mio tempo, il mio denaro ed in pratica la mia vita sulla Lituania, ed è quindi una preoccupazione lecita domandarsi se sia stata una scelta giusta.
Il litas (la moneta locale) vale poco meno della carta straccia, se esci dalla Lituania con dei litas in tasca, sei fregato, ti conviene tenerli per il viaggio successivo, perché difficilmente troverai una banca disponibile a cambiartieli in euro. Oltre al fatto che il litas vale poco, ed anche la retribuzione lituana è coerente col contesto nazionale.
Non ho idea a quanto ammonti la retribuzione media lituana, su NationMaster non sono riuscito a trovare alcuna voce in proposito, ma in base alla mie conoscenze so che la commessa di un negozio guadagna 1300 litas al mese netti (376€) mentre la responsabile dello stesso negozio guadagna 1800 litas al mese sempre netti (522€).
Nel contesto lituano sono stipendi normali e ti permettono di vivere senza concederti troppi sfizi. Il discorso cambia quando si parla invece di creare una famiglia, comprare casa, godersi delle vacanze o fare degli investimenti. Il litas è sempre il litas e la Lituania è solo un angolo del vasto mondo: quindi a vivere qui o si guadagna come si deve o ci si rassegna a vivere allo “spera in Dio”.
Ho avuto modo di discutere tutto ciò con chi vive quotidianamente la realtà di un lavoratore lituano. Evito di riportare i soliti paragoni che tentano di trovare un moltiplicatore (o divisore) che dia un senso alle differenze di valore, ma a mio avviso ci sono alcuni punti che dovrebbero essere stabiliti.
Per vivere bene, senza figli e possibilmente senza affitto, è necessario guadagnare almeno 600€ al mese.
Il prezzo delle case è elevato in confronto agli stipendi. Un’alternativa è l’acquisto del vecchio appartmento sovietico o una casa di legno perché costa meno: ma in questo ultimo caso non saprei dire quanto costa realmente meno. A questo proposito mi viene da pensare che una casa di legno la puoi comprare qui è fartela costruire dove vuoi, anche in un paese dove lo stipendio è in Euro.
Ci sono meno spese: gli alimenti costano meno, l’assicurazione costa meno e la burocrazia è più semplice, ma le macchine hanno gli stessi prezzi europei, telefoni e computer anche. Uno stipendio svalutato tende a incrinarsi sotto il peso di una global economy.
Che io sappia ci sono due paesi in Europa che erano come la Lituania e ora sono delle potenze economiche di tutto rispetto. La Norvegia (soprattutto grazie al petrolio) e ora un paese ricco e fiorente, l’Irlanda è un altro esempio di paese in crescita e che attualmente ospita un nutrito gruppo di italiani.
Dato che il tempo è una risorsa non acquistabile e usufruibile soltanto fino ad esaurimento scorte, è necessario valutare bene se la Lituania sia il posto ideale per trascorrere la vita da emigrante. Senza riassumere tutto con la infinita diatriba Italia – Lituania, sarebbe necessario esaminare gli altri 26 paesi europei e chiedersi: “E’ meglio “scomettere” su un paese più promettente?”.
2010 ANNO DI LOTTA CONTRO LA MISERIA
Un europeo su sei vive oggi sotto il livello di povertà, anche se gli standard sono migliorati. Per dare risalto al problema il 2010 è stato designato anno contro la miseria. A che punto siamo?
L’Unione Europea è una delle regioni più ricche del pianeta, dove però il 16% degli abitanti non vive in maniera decente, perché vive al di sotto del minimo garantito: 80 milioni di persone, delle quali 19/100 sono bambini e bambine.
I lettoni sono il paese più colpito, con il 23% degli abitanti che vive sotto la soglia di povertà. I meno poveri, si fa per dire, sono i ceki e gli olandesi, con solo il 10%.
Per definizione un cittadino europeo è considerato povero quando guadagna il 60% in meno del reddito medio. La soglia di povertà varia da paese a paese: 127 euro mensili in Lituania e in Lettonia, fino a 1484 euro in Lussemburgo per ogni persona. Ma essere povero non è solo una questione di reddito mensile: può anche essere la conseguenza di un difficile accesso al mercato del lavoro.
“La miseria non significa solo avere fame o non avere una casa: è anche l’esclusione sociale, la mancanza di partecipazione alla vita sociale, poiché, com’è stato più volte sottolineato, se non puoi fare niente non sei al corrente di nulla: la povertà guadagna terreno all’interno di ciascuno”.
Riconoscere il diritto fondamentale a vivere nella dignità è uno degli obiettivi dell’anno europeo contro la miseria e l’esclusione. Con l’obiettivo di rendere la società più giusta, inoltre, l’Unione incita i governi nazionali ad agire e combattere gli stereotipi.
LA DEPORTAZIONE MESSA IN SCENA A VILNIUS
A Vilnius, la capitale della Lituania, va in scena la deportazione. Estovest apre la puntata con una ricostruzione, simile a un reality, cui hanno preso parte anche Andrea Vardanega e Renato Orso. La messa in scena, inventata nel paese baltico per raccontare la vicenda delle decine di migliaia di persone vittime delle deportazioni staliniane, coinvolge anche molti giovani provenienti da ogni parte d’Europa. È ricreata con precisione: i vestiti, ma anche le suppellettili, arrivano dalle bancarelle del trovarobato o sono ricostruiti con l’aiuto degli esperti. Un modo per non perdere la memoria di un mondo crollato nel volgere di due anni, tra l’ottantanove e il novantuno, della realtà sovietica, di cui è difficile trovare traccia, guardando la lituania di oggi. (EstOvest – TGR)