DI UNA MACROREGIONE BALTICA UTOPICA
AUSPICATA DA CHI CONSIDERA SCONVENIENTE LA UE
Un continente dove oggi si contano 45 stati – più decine di territori che aspirano alla statualità – oltre che centinaia di regioni, Laender, comunità autonome con ambizioni politiche e fiscali spesso smodate e quindi, tutte insieme, difficilmente riconducibili a un comune denominatore europeo. Occorre pertanto ridurre la complessità dello spazio geo-politico europeo aggregando stati e territori intorno a interessi, culture e progetti comuni come peraltro la stessa Unione Europea sta facendo nella predisposizioni di alcuni progetti come INTERREG e altri.
Così ad esempio è immaginabile uno “macroregione baltica” che comprenda gli attuali stati dell’Estonia, della Lettonia, della Lituania, della Finlandia, della Svezia, della Danimarca, i voivodati polacchi di Warminsko-Mazurskie, Pomorskie e Zachodnio-Pomorskie, e i Laender tedeschi del Meklemburg-Vorpommern e dello Schlewig-Holstein (e forse in futuro anche gli oblast russi di Kaliningrad e di San Pietroburgo) oppure una “macroregione alpina” formata dai territori degli attuali stati di Austria, Svizzera, Slovenia, i Laender tedeschi della Baviera e del Baden Wuttemberg, le regini francesi della Paca (Provence-alpes-cote d’azur), del Rhone-alpes e della Franche Comte e quelle del settentrione italiano.
Questo macro-aggregazioni regionali ridurrebbero la complessità dello spazio geo-politico europeo ad una decina di soggetti istituzionali (poi liberi di confederarsi tra loro in una UE rinnovata) e sarebbero più vicine alla tante piccole “heimat” locali facendo diminuire il rischio, oggi altissimo, di veder sostituirsi al centralismo degli stati nazionali l’egoismo delle piccole patrie.
Brano estratto da un testo di Giovanni Durante, postato il 4 gennaio 2010 in:
http://partitodelsud.blogspot.com/2010/01/litalia-non-conviene-piu.html