Lettonia e Lituania invidiano l’Estonia perché entrerà nella moneta unica a partire dal 2011 con l’appoggio del Fondo monetario internazionale. Tutti e tre i paesi baltici stanno affrontando un periodo particolarmente difficile, anche a confronto con altre realtà europee. Dopo anni di boom e crescita economica la bolla del credito si è sgonfiata trascinando le tre Repubbliche Baltiche verso l’abisso. La Lettonia, dopo aver trascorso anni a cercare di entrare nei parametri di Bruxelles per adottare l’euro, si trova a fare i salti mortali per contenere il deficit di bilancio: clausola indiscutibile per continuare a ricevere le rate del prestito da 7,5 miliardi di euro erogato dal Fondo monetario per sostenere Riga durante la crisi. L’Estonia, invece, a metà dell’anno prossimo arriverà giusto in tempo per l’appuntamento con l’euro, presentandosi con un mazzo di fiori e un disavanzo pari al 2,5% del Pil. Oggi il deficit di Tallin è molto più contenuto rispetto a quello dei due vicini: al 4%. La Lettonia è al 10%, la Lituania poco più dell’8%. Il segreto sta nel taglio della spesa pubblica e nel fare buono uso dei finanziamenti Ue. Manovre impossibili per Lettonia e Lituania. La prima ha perso credibilità non riuscendo a tagliare la spesa pubblica come richiesto dagli organi internazionali. La seconda soffre a causa di un sistema creditizio in affanno.
L’economia della Lettonia ha continuato la sua picchiata nel terzo trimestre del 2009. Il prodotto interno lordo della repubblica baltica, già duramente provato dalla crisi economica globale, ha dovuto questa volta arrendersi al peso delle misure adottate dal governo di Riga per contenere la crescita del deficit pubblico.
La contrazione nei tre mesi terminati lo scorso 30 settembre è stata pari al 18,4%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un calo che segue quello del primo (-18%) e del secondo trimestre (-18,7%). A riferirlo è l’ufficio statistico lettone, che conferma così quasi in pieno le previsioni degli analisti, che avevano stimato un calo del 18,5%. «Per quanto non sia possibile vedere ancora luce in fondo al tunnel, possiamo però dire che probabilmente questo è il punto più basso toccato dall’economia lettone», ha spiegato Violeta Klyviene, economista di Danske Bank.
L’esecutivo che guida il Paese si è visto costretto, nei mesi scorsi, a tagliare di 500 milioni di lats (1,04 miliardi di dollari) il suo budget. Decisione che, nelle speranze delle autorità baltiche, convincerà il Fondo monetario internazionale e l’Unione europea a fornire una linea di credito ulteriore pari a 1 miliardo di euro, nell’ambito del prestito d’emergenza pattuito da 7,5 miliardi. L’obiettivo ambizioso è quello, entro il 2014, di riuscire ad entrare a far parte dei Paesi che adottano la moneta unica europea.
Hospitalis a Riga in Lettonia
Vai al ristorante e ti ritrovi in ospedale
Certo è che mentre noi ce ne stiamo a discutere su quanto sia giusto o meno portare una ristorazione adeguata in corsia, in Lettonia – dove notoriamente sono tutti più ligi al dovere e disciplinati, non a caso si dice mettere in Riga – il problema l’hanno già risolto da un pezzo. Come? Portando la corsia al ristorante.
Se non ci credete imbarcatevi sul primo volo della AirBaltic disponibile e ricordatevi di scendere all’aeroporto di Riga, dove vodkaholic tassisti saranno ben lieti di scarrozzarvi fino al 12 di Stabu Street. Il grosso è fatto. Ora non vi resta che varcare la soglia dell’Hospitalis.
Tra sedie a rotelle, lampade da sala operatoria e barelle, cocktails in provetta e vini in alambicco, non stupitevi se le infermiere diranno niet alla vostra richiesta di forchetta e coltello. Qua, dovreste saperlo, si mangia con pinze e bisturi (ma sappiate che nel caso in cui vi dovesse riuscire difficile, per creare più atmosfera, potrete chiedere alle infermiere di imboccarvi).
Inquietante è il menu: interessati ad un RESIDIO POSTAMPUTATIONEM TRAUMATICA MIXTUM (non spaventatevi, è solo una quaglia al forno con radicchio e salsa di calvados)? O magari preferireste una DEBILITAS DEMENTIO HYSTERICA UNIVERSALIS GRAVIS (quanto clamore clinico per una bisque di crostacei e code di scampi)? Io, in voi, non esiterei ed andrei dritto al COMPRESSIO CEREBRI CUM OCULUS DEXTRA SIVE SINISTRA. Ma cos’è, ve lo lascio scoprire da soli. (www.hospitalis.lv)
Dievs, sveti Latviju! – Dio benedica la Lettonia!
18 novembre
Festa Nazionale della Lettonia.
È probabile che la bandiera lettone sia tra le più antiche del mondo. Lo stendardo rosso-bianco-rosso viene citato per la prima volta in una cronaca dell’Ordine Livonico, che celebra i successi dei crociati nella conversione dei locali alla religione cristiana (XIII secolo). Basandosi su questa testimonianza, nel 1917 il pittore Ansis Cirulis disegna la bandiera attuale: tre strisce orizzontali, in ‘rosso lettone’ quelle esterne, due volte più larghe di quella centrale, bianca. La bandiera di Cirulis è stata adottata per decisione del parlamento il 15 giugno 1921, insieme agli stemmi.
Lo stemma lettone riunisce il simbolo dello nazione a quelli antichi delle regioni storiche della Lettonia: il sole, a significare la sovranità dello Stato, e le tre stelle di Curlandia, Semgallia e Latgallia. In passato, inoltre, le regioni storiche venivano associate ad animali, che ancora oggi compaiono sullo stemma: un leone rosso per Curlandia e Semgallia, un grifone bianco per la Latgallia. Ma si è parlato di stemmi, ne esistono infatti di tre tipi. Quello ‘completo’, che può essere utilizzato solo dal Presidente della Repubblica, dalla Seima, dal Primo Ministro e dalla Corte Suprema, quello ‘piccolo ampliato’, che viene impiegato dalle istituzioni dipendenti dal Parlamento o dal Consiglio dei Ministri, infine quello ‘piccolo’ – dove non compaiono le foglie di quercia, la coccarda, ne il leone e il grifone ingranditi – per tutte le altre istituzioni statali.
"Dievs, sveti Latviju!" (O Dio, benedici la Lettonia!). È l’inno nazionale lettone, scritto e composto da Baumanu Karlis. Il compositore è stato il primo a introdurre la parola ‘Lettonia’ in una canzone e ha osato tanto proprio durante il dominio zarista, quando tuttavia, soprattutto presso la classe intellettuale, cominciava già a sorgere una coscienza nazionale (seconda metà XIX secolo). Nel giugno 1873 l’inno viene presentato a Riga nel corso della prima edizione della Festa della Canzone, ma la sua esecuzione come inno nazionale avviene il 18 novembre 1918, giorno della proclamazione dell’indipendenza.
PER LA SERIE SFACCENDATI IN ITALIA
FACCENDIERI IN LETTONIA
Mon, 23 Nov 2009 14:26:00 – ITALIA chiama ITALIA
Italiani all’estero: ricordate Mario Gavosto? Tony Di Piazza l’ha portato in tribunale
Mario Gavosto
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Diceva di essere in gravi problemi. Si spacciava per una persona onesta, ma sfortunata. Invece era un delinquente.
Ve lo ricordate Mario Gavosto? Nei primi mesi del 2007, il Signor Gavosto rilasciava molteplici dichiarazioni diffuse su vari mezzi di comunicazione, in cui affermava di trovarsi a Riga (Lettonia) e di essere stato ivi sottoposto, a suo dire ingiustamente, ad un procedimento penale innanzi alla Magistratura Lettone, e sostenendo che l’Autorità procedente della Lettonia gli impediva di espatriare e di tornare in Italia, se non avesse restituito circa € 25.000 a diciotto persone che lamentavano di essere state da lui truffate.Ne seguiva la mobilitazione di molti Parlamentari Italiani, del Ministero degli Esteri e di varie istituzioni pubbliche e private, durata alcuni mesi, finché il Cav. Tony Di Piazza, un rappresentante della Comunità Italoamericana, versava 28.000 dollari, mediante un bonifico bancario internazionale, così consentendo al connazionale di rientrare in Italia.
Qualche settimana dopo, però, Gavosto annunciava di essere tornato in Lettonia e di essere nuovamente sottoposto a procedimenti penali. Ma, a quel punto, le storie da lui narrate non riscontravano più la stessa attenzione.In seguito, Gavosto non restituiva nemmeno un centesimo al Cav. Tony Di Piazza, pur avendo dichiarato più volte di considerare l’aiuto ricevuto come un prestito.
Così, anche alla luce di una denuncia a mezzo stampa contro di lui presentata da un altro connazionale, Tony Di Piazza sporgeva querela alla Magistratura Italiana, conferendo mandato all’Avvocato Francesco Salimbeni.Il G.I.P. del Tribunale di Torino ordinava il rinvio a giudizio del Signor Mario Gavosto, chiedendo al P.M. di imputarlo del reato di insolvenza fraudolenta.
Il processo va avanti. Alcuni giorni fa si è tenuta la prima udienza, nella quale il Cav. Di Piazza si è costituito parte civile, chiedendo che l’imputato venga condannato a rimborsare 28.000 dollari ed a risarcire i danni in misura di 50.000 euro.Nel mese di gennaio 2010 si terrà la prossima udienza, in cui verranno sentiti i testimoni della vicenda.
È emerso, altresì, che il Signor Gavosto, il quale aveva cercato di apparire come un cittadino modello, onesto e sfortunato, ha invece subito numerose condanne penali dal 1990 in poi, per aver commesso molti reati, quali bancarotta fraudolenta, emissione di assegni a vuoto, sostituzione di persona, insolvenza fraudolenta, oltre ad essere stato dichiarato fallito più volte. È insomma un soggetto ben conosciuto alla giustizia italiana.
Il Cav. Tony Di Piazza ha rinnovato soddisfazione e fiducia verso la magistratura italiana, ribadendo che il Gavosto ha offeso l’immagine e l’onore dei milioni di italiani all’estero i quali hanno lavorato onestamente, a volte costruendo piccole o grandi fortune, dando lustro all’Italia nel mondo. Ed auspica che il Tribunale di Torino faccia giustizia ed emetta una condanna esemplare, così che, se a qualcun altro venisse in mente di approfittare ancora della bontà e dello spirito di solidarietà degli italiani onesti, egli sappia che tale comportamento sarà punito
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