La coalizione governativa è implosa in Lettonia Ritirati 5 ministri: governo in minoranza … La crisi non dovrebbe influire su prestito FMI
Il principale partito della coalizione governativa ha sbattuto la porta (come suol dirsi!) in Lettonia e l’esecutivo di centrodestra si è ritrovato in minoranza nel parlamento a Riga. L’alleanza si è sgretolata sulle strategie da mettere in campo per superare la profonda crisi economica.
Il Partito Popolare ha accusato il premier Valdis Dombrovskis di non aver fatto abbastanza per affrontare le principali emergenze, la disoccupazione in primis, e cinque ministri hanno deciso di abbandonare la coalizione governativa, dopo infuocati dibattiti.
Tutto ciò è accaduto perchè il capo del governo Dombrovskis si è rifiutato di sottoscrivere il piano anticrisi presentato dai popolari, definendolo “populistico”. Un ultimo richiamo del Premier al “comportamento responsabile” del Partito Popolare ha fatto precipitare la situazione.
Ora in parlamento solo 44 deputati su 100 appoggiano il governo. E Dombrovskis dovrà decidere sepercorrere la via di un governo di minoranza sino alle elezioni in agenda ad ottobre, oppure optare per il voto anticipato: poichè la crisi dell’alleanza non dovrebbe mettere a repentaglio l’accordo alla base del prestito da 7,5 miliardi di euro erogato dal Fondo Monetario Internazionale e dall’UE.
Nel parlamento lettone c’è, comunque, un generale consenso sull’imprescindilità del credito. L’FMI ha di recente promosso il piano di tagli varato dal governo per tentare il risanamento dei conti. Inoltre Dombrovskis, nell’ottica di un governo di minoranza, può contare anche sul consenso di parte dell’opposizione su specifici dossier. In ogni caso servirà un ampio rimpasto governativo, dato il ritiro dei cinque ministri del Partito Popolare.
Il prodotto interno lordo della Lettonia, membro dell’UE dal 2004, ha registrato nel 2009 un crollo del 18 per cento rispetto al 2008, segnando il dato peggiore in tutta l’Unione Europea, secondo i dati diffusi dall’agenzia statistica Eurostat.
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DALLA LETTONIA LA MAXIDRAGA IGNIS
PER LA RISTRUTTURAZIONE DELL’ARENILE A VIAREGGIO
Duecentoventimila metri cubi di sabbia prelevati al largo di piazza Mazzini restituiranno 30 metri verso mare all’arenile che costeggia la Passeggiata, eroso dalle correnti. I lavori sono finanziati dalla RegioneSul fondale al largo di piazza Mazzini si e’ creata una barriera di quasi 2 milioni di metri cubi di sabbia, responsabile delle correnti che nel corso degli anni hanno ‘mangiato’ metri e metri di spiaggia. Da qui la draga ‘Ignis’, giunta dalla Lettonia con 18 addetti a bordo, scava 1.000 metri cubi di sabbia ogni ora e attraverso una lunga tubatura li convoglia a riva dove una ruspa sistema il carico in attesa che altri mezzi lo spianino sull’arenile, prolungandolo cosi’ verso mare di 30 metri.
ADDIO SALARIO FISSO
Per affrontare debiti pubblici fuori controllo, diversi stati europei hanno adottato cospicui tagli salariali. Una misura impopolare ma inevitabile dato che non è più possibile ricorrere alla svalutazione.
“Il santuario dello stipendio statale intoccabile non c’è più”, scrive Mario Margiocco sul Sole 24 Ore. La decisione del governo greco di ridurre del 7 per cento gli stipendi dei dipendenti pubblici ha fatto scalpore, ma non è stato il primo provvedimento simile innescato dalla crisi economica. Di fronte al crollo delle proprie finanze la Lettonia, invece di procedere alla svalutazione della moneta nazionale, ha preferito adottare una vera e propria “svalutazione interna”: gli stipendi dei dipendenti sono stati ridotti addirittura del 20 per cento. La misura ha scatenato proteste, ma il vero scandalo è stata la scoperta da parte di un gruppo di hacker che i dirigenti di banche e imprese che avevano difeso la necessità di sacrifici per tutti non avevano perso neanche un centesimo dalle loro buste paga.