LA LETTONIA SI APPELLA ALLE BANCHE SVEDESI
Il primo ministro lettone ha lanciato un appello alle banche svedesi: finché queste ultime non ripristineranno un sufficiente flusso di capitali, sotto forma di prestiti, ciò equivarrà a mettere in serio pericolo le possibilità di recupero dell’economia dalla repubblica baltica.Istituti di credito come Swedbank e SEB, infatti, dominano l’industria bancaria della Lettonia, e da mesi hanno chiuso i rubinetti del credito, al fine di arginare l’emorragia di capitali legata ai prestiti “tossici”. «Ciò per noi costituisce un problema enorme – ha spiegato Valdis Dombrovskis, primo ministro del governo di Riga -, per questo auspichiamo che le banche svedesi riprendano ad erogare i prestiti che servono alla nostra economia». Il capo dell’esecutivo lettone ha spiegato che gli istituti di credito dovrebbero assumersi le loro responsabilità, anche perché la crisi che in modo così duro ha colpito la repubblica baltica è anche stata causata dalla loro scelta di concedere prestiti «in modo irresponsabile». Il riferimento di Dombrovskis è ai cosiddetti “bad loans”, che hanno accresciuto il business delle banche ma che sono crollati come un castello di carte al primo soffio di vento della crisi. «Certamente si potrà dire che i cittadini lettoni si sono indebitati in modo eccessivo e non prudente, ma a fronte di ciò è evidente anche che c’è chi quei prestiti li ha concessi. Il risultato è che prima potevamo ottenere crediti facili in un’economia che viaggiava a ritmi altissimi, mentre oggi è difficilissimo ottenere prestiti mentre ci ritroviamo in una profonda recessione». (fonte www.valori.it)
Proseguono nel loro declino gli Stati baltici, mettendo in pericolo la stabilità del Nord Europa, ed in particolare della Svezia, principale attore dopo la Russia nella regione.
La situazione lettone è riscontrabile identicamente anche in Estonia ed in Lituania; crollo del settore finanziario, crollo delle attività imprenditoriali, crollo del tenore di vita, instabilità politica. Visto il nervosismo imperante a Stoccolma l’esposizione della Svezia, ed anche della Finlandia, in questi tre piccoli buchi neri sarà sicuramente elevata, ed il rischio è che nessuno stia realmente dicendo la verità su “quando” avverrà un default modello Dubai di una delle tre repubbliche baltiche, o addirittura di tutte e tre insieme. Quello che riteniamo probabile è che una ipotetica implosione regionale sarà certamente scongiurata dall’UE che, come nei casi dell’Islanda e dell’Irlanda, cercherà d’attutire la caduta dei singoli, a scapito della stabilità degli altri.
Tale soluzione sarebbe comunque l’ulteriore passo in avanti verso il baratro continentale. Troppe infatti sono le situazioni ad alto rischio,e troppo evidente è la certezza d’affondare tutti insieme appassionatamente.