NESSUN RISARCIMENTO PERSONALE A LOLITA TIMOFEEVA DALLE EDIZIONI QUATTROVENTI DI URBINO
PER IL “MONDO LETTONE MADE IN ITALY”
SCRITTO DA ENZO ROSSI-ROISS
Il Tribunale di Bologna, sezione specializzata in materia di proprietà industriale ed intellettuale, nella causa civile iscritta al n. 13466 del Ruolo Generale per l’anno 2008, promossa dalla pittrice Lolita Timofeeva nei confronti di Edizioni QuattroVenti, ha sentenziato in data 2 marzo 2010 che la casa editrice urbinate non deve pagare alcunchè a titolo di risarcimento personale alla pittrice lettone italiana russofona per aver pubblicato due suoi autoritratti nel libro “Mondo lettone made in Italy” di Enzo Rossi-Ròiss.
La casa editrice QuattroVenti è stata condannata (salvo sentenza diversa in appello ed eventualmente in cassazione) …alla rifusione delle spese di lite che si liquidano in euro 481,50, euro 2.000 per diritti ed euro 2.800 di onorari.
(Diversamente quantificate da chi ha redatto il testo postato in: http://eeerenzo.posterous.com/kengarags-lolita-timofeeva-ha-vinto-la-causa)
La domanda di risarcimento non è stata accolta perché la cifra richiesta di 52.000 euro dalla Timofeeva è stata considerata sganciata da ogni parametro concreto di riferimento (vendite effettuate da case d’asta, fatture emesse per vendite a mercanti d’arte, dichiarazione di redditi corrispettivi al tenore di vita di chi abita in un appartamento di proprietà pubblica, beneficata dalla municipalità perchè si documenta sprovvista di reddito fisso adeguato) o con qualsivoglia motivazione giustificata, ritenendo insufficiente il richiamo (che virgolettiamo per il lettore avvocato) al “parametro del danno in re ipsa di Cass.3672/2001”.
Poiché: “…trattandosi di autoritratti, vale la notorietà scriminante ex art.97 LDA, che nessuna lesione poteva dirsi inferta alla sua reputazione”.
Una vera e propria sdentata per la pittrice e il suo avvocato difensore (Annalisa Di Benedetto del foro di Bologna) che ha supportato il suo Atto di Citazione con un unico riferimento bibliografico (un testo della giovane collega Lavinia Savini). Una sdentata particolarmente dolorosa perché il Collegio Giudicante non ha considerato diffamatorio “il contenuto” di un capitolo del libro scritto dal Rossi-Ròiss nel ruolo di critico d’arte e proto-biografo della Timofeeva, nata in Lettonia nel 1964 e divenuta nota in Italia dove è giunta nel 1991 per sposare un cittadino bolognese di origine lucana.
Il Rossi-Ròiss ha conosciuto Lolita Timofeeva nel marzo 1993 a Bologna curriculata dallo zero: zero esposizioni – zero dipinti meritevoli di attenzioni esegetiche – zero bibliografia – zero eco massmediatica, sia cartacea che web – zero relazioni col mondo dell’arte – zero notorietà e redditività artistica. Da questa condizione di zero la Timofeeva è pervenuta in sua compagnia (ruolato Commissario e critico presentatore nel catalogo ufficiale) alla esposizione nella Biennale d’Arte 1997 a Venezia e alla ricca bibliografia giornalistica ed esegetica ante e post Biennale - elencata nel suo sito web senza il nome Enzo Rossi-Ròiss, ma dallo stesso fatta produrre e prodotta (anche) variamente firmata – sia col suo nome di scrittore che con eteronomi italiani e stranieri – oltre agli annessi e connessi indotti e collateralizzati dal medesimo.
———————————————————————————–
Tant’altro si può apprendere da Google cliccando: http://www.italo-baltica.it/wordpress/lolita-timofeeva-2.html
http://www.rossiroiss.it/blog/delle-performances-espositive-di-lolita-timofeeva-meno-frequenti-perche%E2%80%99-prive-di-sponsor-e-mentori-adeguati.html