L’ESTINZIONE DEI CORRISPONDENTI UE
Nonostante si parli sempre più di Europa, a Bruxelles le fila dei giornalisti continuano ad assottigliarsi. Un fenomeno trasversale, che colpisce soprattutto gli inviati delle nuove democrazie dell’Est. http://www.presseurop.eu/it/content/article/223941-l-estinzione-dei-corrispondenti-ue
Estonia: perdite Swebank oltre il miliardo di euro
NESSUN RISARCIMENTO PERSONALE A LOLITA TIMOFEEVA DALLE EDIZIONI QUATTROVENTI DI URBINO
PER IL “MONDO LETTONE MADE IN ITALY”
SCRITTO DA ENZO ROSSI-ROISS
Il Tribunale di Bologna, sezione specializzata in materia di proprietà industriale ed intellettuale, nella causa civile iscritta al n. 13466 del Ruolo Generale per l’anno 2008, promossa dalla pittrice Lolita Timofeeva nei confronti di Edizioni QuattroVenti, ha sentenziato in data 2 marzo 2010 che la casa editrice urbinate non deve pagare alcunchè a titolo di risarcimento personale alla pittrice lettone italiana russofona per aver pubblicato due suoi autoritratti nel libro “Mondo lettone made in Italy” di Enzo Rossi-Ròiss.
La casa editrice QuattroVenti è stata condannata (salvo sentenza diversa in appello ed eventualmente in cassazione) …alla rifusione delle spese di lite che si liquidano in euro 481,50, euro 2.000 per diritti ed euro 2.800 di onorari.
(Diversamente quantificate da chi ha redatto il testo postato in: http://eeerenzo.posterous.com/kengarags-lolita-timofeeva-ha-vinto-la-causa)
La domanda di risarcimento non è stata accolta perché la cifra richiesta di 52.000 euro dalla Timofeeva è stata considerata sganciata da ogni parametro concreto di riferimento (vendite effettuate da case d’asta, fatture emesse per vendite a mercanti d’arte, dichiarazione di redditi corrispettivi al tenore di vita di chi abita in un appartamento di proprietà pubblica, beneficata dalla municipalità perchè si documenta sprovvista di reddito fisso adeguato) o con qualsivoglia motivazione giustificata, ritenendo insufficiente il richiamo (che virgolettiamo per il lettore avvocato) al “parametro del danno in re ipsa di Cass.3672/2001”.
Poiché: “…trattandosi di autoritratti, vale la notorietà scriminante ex art.97 LDA, che nessuna lesione poteva dirsi inferta alla sua reputazione”.
Una vera e propria sdentata per la pittrice e il suo avvocato difensore (Annalisa Di Benedetto del foro di Bologna) che ha supportato il suo Atto di Citazione con un unico riferimento bibliografico (un testo della giovane collega Lavinia Savini). Una sdentata particolarmente dolorosa perché il Collegio Giudicante non ha considerato diffamatorio “il contenuto” di un capitolo del libro scritto dal Rossi-Ròiss nel ruolo di critico d’arte e proto-biografo della Timofeeva, nata in Lettonia nel 1964 e divenuta nota in Italia dove è giunta nel 1991 per sposare un cittadino bolognese di origine lucana.
Il Rossi-Ròiss ha conosciuto Lolita Timofeeva nel marzo 1993 a Bologna curriculata dallo zero: zero esposizioni – zero dipinti meritevoli di attenzioni esegetiche – zero bibliografia – zero eco massmediatica, sia cartacea che web – zero relazioni col mondo dell’arte – zero notorietà e redditività artistica. Da questa condizione di zero la Timofeeva è pervenuta in sua compagnia (ruolato Commissario e critico presentatore nel catalogo ufficiale) alla esposizione nella Biennale d’Arte 1997 a Venezia e alla ricca bibliografia giornalistica ed esegetica ante e post Biennale - elencata nel suo sito web senza il nome Enzo Rossi-Ròiss, ma dallo stesso fatta produrre e prodotta (anche) variamente firmata – sia col suo nome di scrittore che con eteronomi italiani e stranieri – oltre agli annessi e connessi indotti e collateralizzati dal medesimo.
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Tant’altro si può apprendere da Google cliccando: http://www.italo-baltica.it/wordpress/lolita-timofeeva-2.html
http://www.rossiroiss.it/blog/delle-performances-espositive-di-lolita-timofeeva-meno-frequenti-perche%E2%80%99-prive-di-sponsor-e-mentori-adeguati.html
50 DEPUTATI CHIEDONO L’ANNULLAMENTO DEL GAY PRIDE IN LITUANIA
SPORT UFFICIALE IL POKER IN LITUANIA
Con un decreto legislativo datato 20 marzo, il Dipartimento di Educazione Fisica e dello Sport ha riconosciuto la Lithuanian Sports Poker Federation (LSPF) come federazione sportiva.
Il provvedimento è importante anche per il movimento internazionale in quanto permetterà alla LSPF di organizzare tornei di poker non commerciali al di fuori dei casinò lituani.
La prossima settimana, la Lithuanian Sports Poker Federation presenterà il suo calendario ufficiale dei tornei a tutti i media sportivi. Indubbiamente, questo genererà un sacco di attenzione per il poker, sia per la grande novità ma anche perchè il presidente della LSPF Andrius Tapinas, è un famosissimo presentatore della TV lituana oltre che un rinomatissimo uomo d’affari.
50 DEPUTATI CHIEDONO L’ANNULLAMENTO DEL GAY PRIDE IN LITUANIA
Cinquanta deputati dal parlamento lituano, tutti appartenenti agli schieramenti politici che sostengono il governo in carica, hanno chiesto l’annullamento del primo Gay Pride intitolato Orgoglio Baltico 2010: già fissata per l’8 maggio e già autorizzato anche su pressione dell’ambasciata USA e di Amnesty International.
L’annullamento del Gay Pride è stato chiesto perchè contrasterebbe con la legge di protezione dei minori che vieta anche il solo parlare di omosessualità (che, recentemente, è stata ammorbidita un pochino, ma nella sostanza è rimasta la stessa).
Come dire: siamo di fronte all’omofobia istituzionalizzato o, se preferite, all’omofobia messa in pratica dalle istituzioni.
BOOM DI IMMIGRATI IN INGHILTERRA DURANTE IL 2009
IN CALO I POLACCHI AUMENTATI LITUANI E LETTONI
Boom di immigrati stanziali nel Regno Unito durante il 2009, con oltre 200mila concessioni di cittadinanza e 190mila permessi di soggiorno per lunghi soggiornanti. È quanto rileva l’Office for National Statistics (Ons) che, lo scorso anno, ha registrato 203.865 neo-cittadini, con un aumento del 58% rispetto al 2008.
Sempre secondo i dati dell’Ons, negli ultimi tre mesi del 2009 sono stati emessi 61.715 permessi per studenti, quasi raddoppiati rispetto al 2008. I dati indicano anche un sostanziale calo negli ingressi dei polacchi (-25% nel 2009 di registrazione negli elenchi della previdenza sociale per i lavoratori), ma gli arrivi da Lituania e Lettonia sono più che raddoppiati.
GLI INVESTIMENTI STRANIERI IN LITUAN
Secondo le stime del Ministero dell’economia lituano gli investimenti stranieri nel paese saranno in continua crescita sino al 2015, sino a raggiungere una cifra di 5220 euro per ciascun abitante.
Ma l’attuale ministro Kreivys riconosce però che il paese deve investire di più nella preparazione di specialisti in IT, in microbiologi e in ingegneri: oltre a rendere Vilnius il più accessibile possibile con voli diretti dai principali scali europei. A questo si potrebbe aggiungere presto una serie di sgravi fiscali per quelle aziende a capitale straniero che creino nuovi posti di lavoro nel paese.
La volontà del presente governo è di trasfomare la Lituania nel principale centro nordeuropeo dei servizi entro il 2015, contando sulla ottima preparazione di base della forza lavoro (in rapporto alla media UE), alla conoscenza media delle lingue straniere (almeno tre di base), oltre alla piena ricettività del sistema lituano e alla bellezza naturale del paese: queste caratteristiche sono unanimemente riconosciute da tutte le strutture straniere operanti in Lituania (sedi diplomatiche, società a capitale estero, camere di commercio internazionali). By Luca De Angelis
QUANDO LE TASSE FANNO BENE ALLA SALUTE IN LITUANIA
Si tracciano i primi bilanci in merito all’aumento dell’accise su alcol e tabacco promosso dal governo lituano all’inizio dell’anno in corso: il provvedimento ha portato ad un buon aumento delle entrate fiscali ma ha anche diminuito il commercio di sigarette (meno 50% rispetto al febbraio del 2008) e bevande alcoliche (meno 30% rispetto al febbraio di due anni orsono), dati com
unque capziosi, vista la crisi economica che ha comunque ridotto la propensione al consumo. A causa di cio’ alcuni operatori al commercio hanno perso il posto di lavoro ma nel computo va anche calcolata la minor incidenza sul settore della sanita’ pubblica di comportamenti non propriamente salutari e delle loro conseguenze. Insomma, questo tipo di tasse fanno sicuramente bene alla salute, pubblica e privata. By Luca De Angelis
DA PARMA A RIGA PER IL GALA’ DI NATALE 2010
I Solisti del Teatro Regio di Parma (un doppio quintetto di archi e fiati) sono stati invitati a esibirsi a Riga in Lettonia per il Gala di Natale 2010. Eseguiranno musiche trascritte di Verdi, Puccini, Rossini e Bellini.
L’ESTONIA SI ALLONTANA DALL’EURO
L’Estonia, lo stato baltico messo meno peggio, dovrà rinviare la data di adesione all’euro. In più la debolezza della moneta locale verso la moneta europea sta creando anche gravi problemi al sistema pensionistico nazionale. Nel 2004 le pensioni medie erano pari a 4.044 corone mensile, cioè circa 259 euro. Oggi la pensione media è di 3.310 corone, cioè poco più di 200 euro. Visualizza altro cliccando http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-793919/estonia-allontana/#ixzz0idBU1nsH
EXPO PERSONALE DI M.K.CIURLONIS A MILANO
Le date non sono state ancora precisate, ma l’annuncio è stato fatto. A fine anno sarà allestita in alcune sale del Palazzo Reale a Milano una esposizione personale del famoso pittore e compositore Mikalojus Kostantinas Ciurlonis (1875-1911). Fortemente voluta dal Comune di Milano e dal Consolato di Lituania a Milano sarà probabilmente una delle più grandi esposizioni mai realizzate all’estero per celebrare l’artista lituano. Per l’occasione, saranno programmati anche alcuni eventi “collaterali”.
ISTAT: nel mese di Febbraio l’inflazione ha rallentato
Nella zona euro il tasso d’inflazione è stato interessato da un rallentamento nel mese di febbraio, segnando un +0,9% rispetto al +1% di gennaio. Il tasso d’inflazione si è attestato all’1,4%, in discesa, se confrontato con l’1,7% di gennaio. Dando uno sguardo agli altri paesi, i tassi più bassi si sono registrati in Lettonia e Irlanda, mentre i più elevati in Ungheria e Romania.
Lituania ospite d‘Onore alla Fiera del Libro di Bologna 2010
Nel 2010 alla “Fiera del libro per Ragazzi” di Bologna la Lituania avrà la straordinaria possibilità di presentare a tutto il mondo i suoi migliori illustratori. “Nel nostro paese si legge molto – afferma la Dott.ssa Ieva Gaizutyte, Addetta Culturale della Repubblica Lituana in Italia – abbiamo una grande opportunità di relazionarci con nuove idee traendo beneficio da uno scambio con l’Italia che risultera’ certamente proficuo.
Avremo la possibilita’ di presentare al pubblico italiano la nostra letteratura per l’infanzia, mostrare il modo in cui abituiamo i piu’ giovani ad approcciarsi alla lettura ed insegnare loro ad amarla sin dalla tenera eta’.
Le illustrazioni impiegate nei nostri libri, specialmente quelle naturali, sono appositamente rappresentate con colori vivaci per attirare l’attenzione dei bambini sulla natura permettendogli di stabilire con essa un legame primordiale; le illustrazioni paesaggistiche sono assai ricorrenti, essendo la Natura uno degli elementi portanti della nostra tradizione culturale e certamente tra i simboli piu’ amati dai lituani. Crediamo fortemente che i libri siano il veicolo attraverso cui i bambini possano iniziare ad esplorare il mondo sviluppando la fantasia.
Di questo e molto altro verra’ discusso durante la conferenza stampa alla quale vogliamo invitare non solo i giornalisti e professionisti del settore, ma anche semplici lettori”.
La conferenza stampa sarà organizzata dal Ministero della Cultura della Repubblica della Lituania e dal Centro dei Programmi Culturali Internazionali.
RISARCIMENTI DALLA LITUANIA
PER I BENI EBRAICI CONFISCATI
Nel Luglio del 2009, la Lituania ha deciso di versare una somma totale di 128 milioni di litas (37 milioni di euro) di risarcimenti per i beni ebraici confiscati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale e custoditi dal regime sovietico. Il progetto era stato presentato dalla coalizione diretta dal Primo Ministro Andrius Kubilius. Dal 2009, però, la legge non è ancora stata votata a causa della crisi economica sopraggiunta. “Spero che, durante la sessione di primavera, saremo in grado di giungere ad un accordo in Parlamento su questa legge”, ha dichiarato Kubilius nel corso di un’intervista accordata all’AFP. Per la comunità ebraica lituana, l’importo dei risarcimenti è decisamente insufficiente ma il suo presidente, Simonas Gurevicius, ha apprezzato questa “importante” iniziativa, tenuto conto dell’austerità che imperversa nel paese.Oggi, la comunità ebraica lituana è costituita da 5.000 persone, un migliaio delle quali risiedono a Vilnius. Prima della seconda grande guerra, la stessa comunità risultava costituita da più di 250.000 persone, quasi tutte sterminate durante la Shoah: 100.000 residenti a Vilnius, la città capitale indicata come la “Gerusalemme del Nord” per la ricchezza e l’influenza ebraica nella vita culturale lituana (con numerose biblioteche e „yeshivot“ – centri per lo studio della Torah e del Talmud -, sei giornali quotidiani e il Bund, il “partito socialista ebraico”, nato a Vilnius alla fine del XIX secolo).
LETTONIA: DALL’ILLUSIONE DELLA LIBERTA’ ALL’AMARO RISVEGLIO DELLA MISERIA di Unai Aranzadi
Mijail taglia qualche tronco, accende il fuoco e prepara il the. Il termometro che qualcuno ha lasciato accanto alla sua tenda di campagna segna meno diciassette gradi e qui, nel viale centrale di Brivibas Iela, nessuno sembra dar importanza ad uno sconosciuto accampamento innalzato con una doppia funzione, quella di infra-abitazione e di protesta sociale. Per questo muratore di 56 anni “la miseria è diventata qualcosa di abituale”.
La Lettonia è un piccolo paese del mar Baltico. Allo stesso modo di quanto succede nella vicina Lettonia e Estonia, il suo territorio è sempre stato soffocato tra l’orso russo e l’elite dell’ Europa, sistema economico nel quale entrò a far parte sei anni fa, sedotta allora dalle promesse di un neoliberismo in pieno apogeo speculatore.
Oggi camminando per le strade di Riga, la capitale, si sente (come quando si va in Bulgaria, Grecia e Romania), l’altra Europa, che non è nè Londra, nè Parigi, nè Stoccolma, nè Barcellona. Un’Europa invisibile nei grandi Summit, assente dei suoi discorsi televisivi, un sub-continente di piccoli paesini o vulnerabili che sono relativi quando le loro economie, in modo programmato e artificiale, spiccano ingannevolmente bene. “La tigre del Baltico”, presunse “The Economist” dieci anni fa, quando i suoi politici erano invitati a Bruxelles e compravano Audi alle loro donne.
Per Gints, studente di ingegneria in cerca di casa, “l’illusione della libertà è durata appena un decennio. Ci hanno venduto la libertà, ma alla fine si è trasformata in libertà per comprare, non per progredire”. Anche suo padre era ingegnere. Grazie ad un partito comunista “al quale non si è mai unito” è riuscito a studiare nell’Università e vivere in un piccolo appartamento con altri studenti del blocco sovietico. “Oggi la TV ci dice che tutto è possibile, ma la realtà è che io non ho dove andare a vivere”. Nè dove vivere nè, a quanto sembra, come sussistere.
“La Lettonia ha appena sofferto la più grande caduta del PIL mondiale”, affermava recentemente il suo pallido ministro d’Economia.
Credito immobiliare
Allo stesso modo di quanto è successo in altri stati, il lettone proprietario di un’ abitazione ha fantasticato con la sua ricchezza. “Il mercato diceva che le case si rivalorizzavano quasi mese per mese- denuncia un gruppo di signore raggruppate accanto al fuoco dell’accampamento-ma era tutta una bugia…La gente ha vissuto a prestiti pensando che era coperta da quel valore sicuro. Oggi sappiamo che le case valgono molto meno di quanto indicato, e se questo va avanti, per incredibile che possa sembrare, scenderanno fino a quasi la metà di quello che si sognava nei tempi di piena”. La speculazione smisurata e la mancanza di prospettiva di uno Stato magnetizzato dal fraudolento concetto dell’”apertura” hanno rovinato un paese dal quale chiunque può, scappa. “La nostra gioventù sogna con la Norvegia, la Germania e il Regno Unito. Qui non rimane nulla da rosicare”.
Ma la peregrinazione in tutte le sue espressioni non è un fenomeno nuovo. Nei primi anni di grande iniezione europea, i lettoni già viaggiavano fuori per potersi operare. Tale è oggi la precarietà medica che quest’anno la Svizzera esporterà dottori specialisti con lo scopo di aggiornare la vecchia tecnologia ospedaliera lettone. “Il suo sistema sanitario non è cambiato dall’era sovietica”, afferma Gunnar Ljungdhal, vicepresidente dell’Università Di Economia di Stoccolma e futuro responsabile del “ri-sana-mento della sanità lettone”.
Retrocessione del benessere sociale
Kristine, lavoratrice sociale in uno degli attestati centri di aiuto umanitario, è tagliente. “In tutti questi anni le vendite di macchine e di abbigliamento si sono moltiplicate per dieci, ma oggi ci rendiamo conto di ciò che è veramente importante, come la sanità, l’educazione e la scienza manageriale si è lasciata da parte…Mia mamma paga per il suo letto in uno dei pochi ospedali che non hanno chiuso”, denuncia mentre serve una minestra al primo bisognoso di una fila interminabile.
I negozi hanno ribassi permanenti e secondo Ksenia, una giovane commessa che si considera fortunata per sopravvivere con uno stipendio di 300 euro al mese, “neanche con i super sconti vendiamo”. La scorsa estate, dopo un inverno di incertezze e manifestazioni, alcuni grandi stabilimenti hanno iniziato una liquidazione del 90%, abbassando i prezzi e costringendo i piccoli commercianti a seguirli a ruota. “Cosa che è catastrofica per le economie familiari”, assicura la commessa.
Anche il turismo, uno dei pochi settori che potrebbero mantenersi in piedi, è caduto enormemente colpito dalla crisi globale. Ma contraddittoriamente a questa mancanza di turisti scandinavi e tedeschi (gran parte di essi turisti sessuali) la prostituzione aumenta. Non c’è al Riga Hotel, taxi o mappa che non dispone di un annuncio di un “club per signori”. Ma anche loro a malapena hanno lavoro. “Perchè non c’è altra alternativa- avverte un impiegato del centrico Hotel Riga- si siedono ad aspettare che arrivi qualche svedese, perché lo sa che lì la prostituzione è vietata?”
Ci resta solo volgere lo sguardo verso Mosca? Si chiede l’editoriale di un conosciuto giornale. Ed è che la Lettonia ha sempre diffidato di un gigante russo che per 50 anni l’ha usata come ha voluto. Tanto che una volta finito il periodo di occupazione sovietica hanno cercato di espellere (attraverso alcuni deplorevoli meccanismi legali) oltre ai russi che vivevano nel paese, niente meno che il 30% della popolazione. Nonostante questo, oggi è il giorno nel quale il Governo di Riga, in una frenetica corsa per la privatizzazione di quel poco di pubblico che è rimasto nel suo scarso avere, ha venduto un intero comune ad una corporazione russa per ottenere appena 2 milioni di euro….
Quest’anno, la disoccupazione ha ormai raggiunto il 24% della popolazione, ed il primo ministro, Valdis Dombrovskis, si è permesso di scherzare commentando in un programma alla radio che ha chiesto i servizi di un’ indovina “perché indovinasse il futuro economico della Lettonia”, un prevedibile collasso che a lui, con il suo stipendio vitalizio, poco lo riguarderà”.
Casomai, la Polizia ha fatto rifornimento di pallottole di gomma e di materiale antisommossa. “E’ l’unica ricetta dello Stato per affrontare la realtà”, avverte un Nijail che, come altri 80 milioni di persone (nuovi dati forniti da Caritas Europa) vive sotto la soglia della povertà “nella nuova Europa della libertà”, tale come l’ha descritta l’ex presidente statunitense George W Bush il giorno in cui la Lettonia entrò nella NATO”.
La destra eterna
Per Gints, lo studente, “in due decenni di elezioni, questo paese non ha conosciuto governi di centro o di sinistra. La nostra povertà è la prova che il neoliberismo della destra e il suo aggressivo capitalismo sono risultati essere un autentico crimine”.
E’ vero che ai lettoni è crollato il sistema comunista, e come se non non ci fosse diritto ad un letto in un ospedale, al lavoro o ad un tetto ora li hanno fatti anche capitalisti.
Chiedete personalmente a Gints, Ksenia o Mijail, perchè in pochi media corporativi e in molti meno in summit si esporrà e presa in considerazione l’opinione triste dell’Europa emarginata verso la quale andiamo; e della quale, in realtà, anche se ci dimentichiamo, veniamo.
Fonte: http://www.gara.net/paperezkoa/20100301/185669/es/Letonia-ilusion-libertad-amargo-despertar-miseria/ – Traduzione a cura di VANESA
La coalizione governativa è implosa in Lettonia Ritirati 5 ministri: governo in minoranza … La crisi non dovrebbe influire su prestito FMI
Il principale partito della coalizione governativa ha sbattuto la porta (come suol dirsi!) in Lettonia e l’esecutivo di centrodestra si è ritrovato in minoranza nel parlamento a Riga. L’alleanza si è sgretolata sulle strategie da mettere in campo per superare la profonda crisi economica.
Il Partito Popolare ha accusato il premier Valdis Dombrovskis di non aver fatto abbastanza per affrontare le principali emergenze, la disoccupazione in primis, e cinque ministri hanno deciso di abbandonare la coalizione governativa, dopo infuocati dibattiti.
Tutto ciò è accaduto perchè il capo del governo Dombrovskis si è rifiutato di sottoscrivere il piano anticrisi presentato dai popolari, definendolo “populistico”. Un ultimo richiamo del Premier al “comportamento responsabile” del Partito Popolare ha fatto precipitare la situazione.
Ora in parlamento solo 44 deputati su 100 appoggiano il governo. E Dombrovskis dovrà decidere sepercorrere la via di un governo di minoranza sino alle elezioni in agenda ad ottobre, oppure optare per il voto anticipato: poichè la crisi dell’alleanza non dovrebbe mettere a repentaglio l’accordo alla base del prestito da 7,5 miliardi di euro erogato dal Fondo Monetario Internazionale e dall’UE.
Nel parlamento lettone c’è, comunque, un generale consenso sull’imprescindilità del credito. L’FMI ha di recente promosso il piano di tagli varato dal governo per tentare il risanamento dei conti. Inoltre Dombrovskis, nell’ottica di un governo di minoranza, può contare anche sul consenso di parte dell’opposizione su specifici dossier. In ogni caso servirà un ampio rimpasto governativo, dato il ritiro dei cinque ministri del Partito Popolare.
Il prodotto interno lordo della Lettonia, membro dell’UE dal 2004, ha registrato nel 2009 un crollo del 18 per cento rispetto al 2008, segnando il dato peggiore in tutta l’Unione Europea, secondo i dati diffusi dall’agenzia statistica Eurostat.
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DALLA LETTONIA LA MAXIDRAGA IGNIS
PER LA RISTRUTTURAZIONE DELL’ARENILE A VIAREGGIO
Duecentoventimila metri cubi di sabbia prelevati al largo di piazza Mazzini restituiranno 30 metri verso mare all’arenile che costeggia la Passeggiata, eroso dalle correnti. I lavori sono finanziati dalla RegioneSul fondale al largo di piazza Mazzini si e’ creata una barriera di quasi 2 milioni di metri cubi di sabbia, responsabile delle correnti che nel corso degli anni hanno ‘mangiato’ metri e metri di spiaggia. Da qui la draga ‘Ignis’, giunta dalla Lettonia con 18 addetti a bordo, scava 1.000 metri cubi di sabbia ogni ora e attraverso una lunga tubatura li convoglia a riva dove una ruspa sistema il carico in attesa che altri mezzi lo spianino sull’arenile, prolungandolo cosi’ verso mare di 30 metri.
ADDIO SALARIO FISSO
Per affrontare debiti pubblici fuori controllo, diversi stati europei hanno adottato cospicui tagli salariali. Una misura impopolare ma inevitabile dato che non è più possibile ricorrere alla svalutazione.
“Il santuario dello stipendio statale intoccabile non c’è più”, scrive Mario Margiocco sul Sole 24 Ore. La decisione del governo greco di ridurre del 7 per cento gli stipendi dei dipendenti pubblici ha fatto scalpore, ma non è stato il primo provvedimento simile innescato dalla crisi economica. Di fronte al crollo delle proprie finanze la Lettonia, invece di procedere alla svalutazione della moneta nazionale, ha preferito adottare una vera e propria “svalutazione interna”: gli stipendi dei dipendenti sono stati ridotti addirittura del 20 per cento. La misura ha scatenato proteste, ma il vero scandalo è stata la scoperta da parte di un gruppo di hacker che i dirigenti di banche e imprese che avevano difeso la necessità di sacrifici per tutti non avevano perso neanche un centesimo dalle loro buste paga.
IL BLUE JEANS E’ STATO CONCEPITO CASUALMENTE DA UN LETTONE NEL 1870
Il più americano tra i capi d’abbigliamento, noto come “blue jeans“, è stato inventato da Jacob Davis e Levi Strauss, due visionari immigrati che ebbero l’intuizione di trattare il tessuto denim e di abbinarlo al metallo. E’ noto a pochi, però, che lo concepì casualmente e in solitudine Jacob Davis, nato nel 1834 a Riga in Lettonia cognomato Youphes.
Emigrato negli USA all’età di 20 anni a S.Francisco, Jacob cambiò il suo cognome quando iniziò a lavorare in una sartoria di Augusta: 30 anni dopo riuscì ad aprire una sartoria tutta sua sulla via principale della cittadina, affidando la vendita delle sue confezioni alla ditta Levi Strauss & c. di San Francisco.
Nel 1870 concepì il primo blue jeans: una cliente gli portò un paio di pantaloni malridotti extralarge, appartenenti a suo marito. Gli venne l’idea di rinforzare il tessuto con piccoli rivetti (giunti metalllici) per fissare meglio le tasche e il rimedio funzionò.
La sua sartoria cominciò, così, a utilizzare i rivetti in ogni pantalone: prima sul semplice cotone, poi sul tessuto denim, e fu presto imitata da altre botteghe di sartoria, al punto che si rivolse all’ormai amico e fornitore di tessuti Levi Strauss per essere aiutato a registrare il brevetto il 20 Maggio del 1873 marchiato “Davis e Levi Strauss & Company“.
Il termine “Levi’s” è stato usato successivamente ed è stato attribuito dai clienti al prodotto finito. Al lettone Davies è possibile riproverargli di non avere preteso l’inclusione nel marchio del suo nome e cognome originario. Perciò è credenza popolare, oggi, che l’inventore dei jeans sia stato Levi Strauss.
COSTRUITA IN ESTONIA UN’ANTICA LANCIA VICHINGA
A Tartu, seconda citta’ dell’Estonia, un gruppo di giovani è impegnato nella ricostruzione di antiche imbarcazioni in legno. Tutto fatto a mano, dalle assi alle funi. Tra le ultime realizzate c’e’ una lancia vichinga in legno di pino e con la chiglia di quercia. Il suo disegno è stato eseguito analizzando i reperti di un ritrovamento archeologico del decimo secolo. La rinascita di questo mestiere „cantieritsico“ antico è sostenuta dall’amministrazione cittadina, dall’Unione Europea e dall’entusiasmo della popolazione.
Protagonista Signe Baumane star lettone newyorkese
Il cinema di animazione, presente ormai da qualche edizione nel palinsesto del B.A. Film Festival, propone quest’anno il lato “indipendente” dei cartoons, lontanissimo sia dalla poesia delle produzioni disneyane, che dalle meraviglie tecnologiche firmate Pixar.
Artista simbolo di questo filone è Signe Baumane – una delle personalità più celebrate dell’animazione internazionale – nata in Lettonia ma residente a New York, quando non gira il mondo per realizzare installazioni o per partecipare a festival e rassegne.
Cresciuta artisticamente con il modello dei grandi illustratori dell’Europa dell’est, nei suoi lavori Signe Baumane riesce a coniugare perfettamente il suo backgroud culturale fatto di favole surreali e immaginifiche, con la capacità di comunicare in maniera diretta appresa negli Stati Uniti.
La sua filmografia essenziale comprende Love Story (1998), Five Fucking Fables (2002), Woman (2002), Dentist (2005), Veterinarian (2007) e il recente Birth (2009). Il suo lavoro più noto è la serie Teat Beat of Sex (2005), coproduzione Usa/Italia presentata all’ultimo festival di Venezia: quindici fulminanti e ironici cortometraggi sull’amore e sul sesso, narrati da un punto di vista esclusivamente femminile.
Signe Baumane prenderà parte a due incontri al BAFF 2010:
- Martedì 23 marzo alle 21.00 sarà al Teatro del Popolo a Gallarate, dove racconterà la sua storia di artista e presenterà una selezione dei suoi cortometraggi;
Venerdì 26 marzo alle 23.00 presso l’Associazione Culturale il Melograno a Busto Arsizio, dove parlerà della Square Footage film, la casa di produzione indipendente della quale fa parte, e introdurrà la proiezione della selezione Avoid Eye Contact.
Dal Baltico all’Egeo addio al mito stipendio fisso
Il santuario dello stipendio statale intoccabile non c’è più. E il caso della Grecia, che ha deciso di ridurre di circa il 7% la retribuzione dei suoi dipendenti pubblici, non fa che aggiungersi a un elenco di scelte analoghe inaugurate poco più di un anno fa, fuori e dentro l’area euro.
La storia non è incominciata tuttavia sul Mediterraneo, ma sul Baltico. Secondo una recente analisi della Swedbank di Stoccolma, gli stipendi pubblici della Lettonia, il piccolo paese baltico che ha fatto da battistrada in questa mesta marcia al ribasso, erano scesi nell’ottobre del 2009 ai livelli del 2006. Le riduzioni, fino al 20% nel caso degli insegnanti e di alcune altre categorie, sono state duramente contestate nell’inverno e nella primavera di un anno fa, ma alla fine sono state accettate.
Tutte le previsioni di imminente svalutazione si sono rivelate sbagliate. Il paese ha in qualche modo retto a un crollo del Pil che è stato l’anno scorso di oltre il 17 per cento. I conti con l’estero sono in attivo. E il debito sovrano non è più considerato dalle società di rating ad alto rischio.
Quella che la Lettonia, e in modo non molto dissimile gli altri paesi baltici hanno fatto, è una svalutazione interna. Hanno mantenuto i livelli del cambio, ma ridotto i salari. Quelli reali si sarebbero ridotti ugualmente con svalutazioni che avrebbero innescato l’inflazione.
Il prezzo è stato pesante in termini di livelli di vita, in un’area dove gli stipendi medi si aggirano attorno ai 500 euro. Ma la contabilità nazionale ha tenuto. Come sempre purtroppo distribuire equamente i sacrifici è molto difficile, e un gruppo di hacker che centellina le sue informazioni via twitter alle tv locali lo sta dimostrando.
Come già Il Sole 24 Ore ha riferito (il 27 febbraio), l’intrusione negli archivi del sistema fiscale nazionale rivela che i manager di una banca lettone salvata con il denaro pubblico e i dirigenti di varie imprese di stato non hanno subito i tagli di stipendio o sono stati compensati con bonus riservati, anche quando avevano pubblicamente dichiarato la necessità di sacrifici a tappeto per tutti.
Lituania: legge antigay in vigore da oggi
La Lituania è un paese molto ostile per la comunità omosessuale. La scorsa estate, il parlamento della Lituania aveva approvato una legge che vieta tutte le informazioni positive e la “propaganda” riguardo l’omosessualità ed il matrimonio omosessuale. La controversa legge, che nel dicembre aveva subito alcune modifiche, a causa delle critiche da parte dei Paesi esteri, entrerà in vigore da oggi. Le modifiche hanno prodotto una legge che punisce l’incoraggiamento agli abusi sessuali dei minori, i rapporti sessuali tra minori e le altre relazioni sessuali.
LA LINGUA ITALIANA IN ESTONIA: AMATA NON INSEGNATA
A Tallinn in Estonia non ha sede un Istituto di Cultura Italiana e nemmeno un addetto culturale presso l’Ambasciata. Vi è solo un lettore presso l’università di Tartu (dove ha insegnato nel 1938 Indro Montanelli). La lingua italiana non è insegnata in alcuna scuola estone, anche se la domanda di lingua italiana, da parte delle popolazione adulta, risulta piuttosto rilevante. Alcune scuole sarebbero disposte a inserire nei loro programmi l’insegnamento dell’italiano come lingua straniera, previo contriguto finanziario dello Stato italiano. Purtroppo i fondi a disposizione della nostra ambasciata per le iniziative culturali, stanziati dal Ministero, hanno sommato 13.000 euro per il 2009, destinati a subire un taglio per il 2010.
CRISI ECONOMICA MONDIALE:
LA FOLLIA NEOLIBERTISTA DELLA LETTONIA
di Michael Hudson – Jeffrey Sommers
Fonte: Come Don Chisciotte
Mentre la maggior parte della stampa mondiale si concentra sulla Grecia (e anche su Spagna, Irlanda e Portogallo) come la zona euro più in difficoltà, la più grave, devastante e assolutamente più micidiale crisi nelle economie post-sovietiche programmate per entrare a far parte dell’Eurozona è sfuggita in qualche modo all’attenzione generale.
E’ senza dubbio così perché la loro esperienza è un’accusa dell’orrore distruttivo del neoliberismo – e della politica dell’Europa di non trattare questi paesi come promesso, non aiutandoli a svilupparsi secondo delle linee dell’Europa occidentale ma come zone da essere colonizzate per essere mercati di esportazione e mercati bancari, spogliate dei loro attivi di bilancio, dei loro lavoratori qualificati e più in generale della loro manodopera in età lavorativa, del loro patrimonio immobiliare e dei loro edifici, e di qualsiasi altra cosa ereditata dal periodo sovietico.
La Lettonia ha subito una delle peggiori crisi economiche del mondo. Non si tratta soltanto di una crisi economica, ma anche di una crisi demografica. Il suo crollo del PIL del 25,5 per cento solamente negli ultimi due anni (quasi il 20 per cento lo scorso anno) è già la peggior flessione mai registrata in un periodo di due anni. Le rosee previsioni del FMI anticipano un’ulteriore decrescita del 4 per cento, il che collocherebbe il tracollo economico lettone davanti alla Grande Depressione degli Stati Uniti. Ad ogni modo, le brutte notizie non si fermano qui. Il FMI stima che il 2009 vedrà un disavanzo totale dei conti dei capitali e e dei conti finanziari per 4,2 miliardi di euro, e altri 1,5 miliardi di euro (equivalenti al 9 per cento del PIL) lasceranno il paese nel 2010.
Inoltre, il governo lettone sta rapidamente accumulando debito. Dal 7,9 per cento del PIL nel 2007, si stima che il debito della Lettonia arriverà al 74 per cento del PIL per quest’anno, stabilizzandosi presumibilmente,nello scenario migliore ipotizzato del FMI, all’89 per cento nel 2014. Questo la collocherebbe ben oltre i limiti del debito imposti da Maastricht per l’adozione dell’euro. Tuttavia, l’entrata nell’Eurozona è stato il principale pretesto della banca centrale lettone per le misure di austerità lacrime e sangue necessarie per mantenere il suo ancoraggio al tasso di cambio. Ma la tutela di questo ancoraggio ha bruciato montagne di riserve di valuta che altrimenti sarebbero state investite nell’economia nazionale.
Tuttavia nessuno, in Occidente, sta domandando perché la Lettonia abbia subito questo destino, così caratteristico nelle economie baltiche e nelle altre economie post-sovietiche ma solo un po’ più estremo. A quasi vent’anni di distanza dalla conquista della libertà, nel 1991, dalla vecchia Unione Sovietica, difficilmente si può incolpare il sistema sovietico come l’unica causa dei loro problemi. Inoltre non si può dare la colpa solamente alla corruzione – un retaggio dell’ultima fase della dissoluzione sovietica, per essere precisi, ma ingrandito, intensificato e addirittura incoraggiato nella forma cleptocratica che ha fruttato grossi raccolti ai banchieri occidentali e agli investitori. Sono stati i neoliberisti occidentali a finanziare queste economie con le loro “riforme per favorire le attività commerciali”, così tanto osannate dalla Banca Mondiale, da Washington e da Bruxelles.
Ovviamente sarebbero auspicabili livelli inferiori di corruzione (di chi altri si fiderebbe l’Occidente?) ma una sua forte riduzione potrebbe forse solo portare le cose al livello dell’Estonia che sta intraprendendo il cammino verso la schiavitù dell’euro-debito. Tutti questi paesi baltici confinanti hanno sofferto allo stesso modo problemi di disoccupazione, crescita ridotta, qualità in calo dei servizi sanitari e di emigrazione, in netto contrasto con Scandinavia e Finlandia.