Chernobyl, 23 anni dopo: effetti collaterali
Il gruppo di ricerca della Sezione di Fisica medica ambientale ed epidemiologica dell’Università degli Studi di Perugia continua lo studio sull’identificazione della presenza di altri radionuclidi nel pellet. E con l’allestimento di un piccolo orto-studio verificano il loro ritorno ai vegetali.
Durante la tavola rotonda sulla Qualità dell’aria, tenutasi durante l’ultima Convention Arg Bergamo, la dott.ssa Daniela Saetta ha esposto un’attenta analisi sugli ultimi studi effettuati sul pellet dopo il caso scoppiato a giugno quando fu sequestrato, dalla magistratura di Aosta, un campione di pellet proveniente dai paesi dell’Est considerato radioattivo.In tale campione, proveniente dalla Lituania, infatti, fu riscontrato un valore di concentrazione di attività di Cesio-137 (Cs-137) pari a 320 Bq/kg (Becquerel al chilogrammo), e nelle ceneri di combustione i valori in concentrazione di attività furono di 40.000 Bq/kg.
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La Lituania cambia la legge che vieta la promozione dell’omosessualità
In Lituania c’è una legge che vieta, tra le altre cose, di promuovere l’omosessualità. È anche vietato, per capire lo spirito della legge, parlare di bisessualità, di poligamia, far vedere immagini di relazioni sessuali etero, immagini di morti o feriti gravi, parlare di questioni paranormali o di cattive abitudini alimentari. Insomma, difficile fare qualcosa che non sia vietato. Ora però il Parlamento è chiamato ad apportare alcune modifiche dal momento che, come sostieneAmnesty International, con questa legge risultano punibili anche tutte quelle campagne di difesa dei diritti di gay e lesbiche, conferenze sull’identità di genere e anche ottenere informazioni mediche da parte di persone omosessuali (non parliamo di Gay Pride, poi).
Vladimir Simonko, della Lega Gay Lituana, ha giustamente affermato: "Stando a questa legge, ogni nostro atto pubblico potrebbe essere oggetto di proibizione".
Dopo le pressioni della presidente lituana, Dalia Grybauskaite (in foto), per modificare la legge al fine rimuovere le clausole omofobiche ed entrare, così, negli standard europei, la normativa è stata cambiata (leggermente, però) e così non verrà più colpito il mondo gay in generale ma solo quelle informazioni atte a incoraggiare l’abuso sessuali ai danni di minori, le relazioni sessuali tra minori e altre relazioni sessuali.
LA SPAGNA MENO RICCA DI LETTONIA E LITUANIA
Più fragile della Grecia. Meno ricca di Lettonia e Lituania. La fiesta è finita. L Spagna del boom economico, del sorpasso dell’Italia, die succfessi delle Furie Rosse in Coppa Davis si è svegliata dal sogno. Certo in bacheca ci sono la Champions del Barcelona e la Coppa vinta agli Europei 2008 di calcio. Ma l’ultimo trofeo portato a casa da Madrid èla vittoria a sorpresa, pochi giorni fa, nel Misery Index di Moody’s. La classifica del non ambitissimo torneo – costruita sommando disoccupazione (19% in terra iberica) e rapporto deficit/pil (10,1%) – parla chiaro: la Spagna, con 30 punti "è il paesi più a rischio d’Europa", davanti alle Repubbliche Baltiche e alla Grecia che cassandre e bookmaker danno sull’orlo del crak. (Ettore Livini, in la Repubblica)
LA LETTONIA SI APPELLA ALLE BANCHE SVEDESI
Il primo ministro lettone ha lanciato un appello alle banche svedesi: finché queste ultime non ripristineranno un sufficiente flusso di capitali, sotto forma di prestiti, ciò equivarrà a mettere in serio pericolo le possibilità di recupero dell’economia dalla repubblica baltica.Istituti di credito come Swedbank e SEB, infatti, dominano l’industria bancaria della Lettonia, e da mesi hanno chiuso i rubinetti del credito, al fine di arginare l’emorragia di capitali legata ai prestiti “tossici”. «Ciò per noi costituisce un problema enorme – ha spiegato Valdis Dombrovskis, primo ministro del governo di Riga -, per questo auspichiamo che le banche svedesi riprendano ad erogare i prestiti che servono alla nostra economia». Il capo dell’esecutivo lettone ha spiegato che gli istituti di credito dovrebbero assumersi le loro responsabilità, anche perché la crisi che in modo così duro ha colpito la repubblica baltica è anche stata causata dalla loro scelta di concedere prestiti «in modo irresponsabile». Il riferimento di Dombrovskis è ai cosiddetti “bad loans”, che hanno accresciuto il business delle banche ma che sono crollati come un castello di carte al primo soffio di vento della crisi. «Certamente si potrà dire che i cittadini lettoni si sono indebitati in modo eccessivo e non prudente, ma a fronte di ciò è evidente anche che c’è chi quei prestiti li ha concessi. Il risultato è che prima potevamo ottenere crediti facili in un’economia che viaggiava a ritmi altissimi, mentre oggi è difficilissimo ottenere prestiti mentre ci ritroviamo in una profonda recessione». (fonte www.valori.it)
Proseguono nel loro declino gli Stati baltici, mettendo in pericolo la stabilità del Nord Europa, ed in particolare della Svezia, principale attore dopo la Russia nella regione.
La situazione lettone è riscontrabile identicamente anche in Estonia ed in Lituania; crollo del settore finanziario, crollo delle attività imprenditoriali, crollo del tenore di vita, instabilità politica. Visto il nervosismo imperante a Stoccolma l’esposizione della Svezia, ed anche della Finlandia, in questi tre piccoli buchi neri sarà sicuramente elevata, ed il rischio è che nessuno stia realmente dicendo la verità su “quando” avverrà un default modello Dubai di una delle tre repubbliche baltiche, o addirittura di tutte e tre insieme. Quello che riteniamo probabile è che una ipotetica implosione regionale sarà certamente scongiurata dall’UE che, come nei casi dell’Islanda e dell’Irlanda, cercherà d’attutire la caduta dei singoli, a scapito della stabilità degli altri.
Tale soluzione sarebbe comunque l’ulteriore passo in avanti verso il baratro continentale. Troppe infatti sono le situazioni ad alto rischio,e troppo evidente è la certezza d’affondare tutti insieme appassionatamente.
PRIGIONI DELLA CIA IN LITUANIA
GRECIA, ISLANDA E LETTONIA POTREBBERO
GUIDARE LA RIVOLTA CONTRO IL FMI E LA UE
Il crollo finanziario totale, un tempo problema solamente dei paesi in via di sviluppo, è giunto ora in Europa. Il Fondo Monetario Internazionale sta imponendo le proprie "misure di austerità" al cerchio più esterno dell’Unione Europea, con Grecia, Islanda e Lettonia come i paesi più colpiti. Ma questi non sono i normali mendicanti del terzo mondo. Storicamente, i vichinghi islandesi respinsero in numerose occasioni gli invasori britannici, le tribù lettoni allontanarono persino i vichinghi e i greci conquistarono l’intero impero persiano. Se c’è qualcuno che può opporsi al FMI, sicuramente sono questi valorosi guerrieri europei.
Decine di paesi sono risultati inadempienti sul proprio debito negli ultimi decenni, e il caso più recente è stato Dubai che ha dichiarato una moratoria sui debiti il 26 novembre 2009. Se l’ex ricchissimo emirato arabo può risultare inadempiente, possono esserlo anche i paesi disperati. E se l’alternativa è quella di distruggere l’economia locale, è difficile sostenere che non dovrebbero farlo.
Questo è particolarmente vero quando i creditori sono in buona parte responsabili dei problemi del debitore, e ci sono buone ragioni per sostenere che i debiti non devono essere ripagati. I problemi in Grecia ebbero origine quando furono mantenuti bassi i tassi di interesse, inadeguati per la Grecia, per salvare la Germania da un tracollo economico. Mentre ad Islanda e Lettonia è stata accollata la responsabilità delle obbligazioni private verso cui loro non erano parti in causa.
GIOVANE LETTONE INDAGATA PER INFANTICIDIO
Una giovane donna di origine lettone, Elisabete Pertersone, è stata arrestata e reclusa nel carcere di Genova Pontedecimo, dove resterà sino al mese di giugno 2010 (salvo diverse decisioni dei giudici), indagata per aver causato la morte del suo figlioletto Gabriel, in concorso col compagno italiano Paolo Arrigo, commerciante ventiquattrenne di Imperia.
Poiché l’Arrigo ha tentato il suicidio e la giovane Pertersone manifesta crisi depressive, l’Ambasciata di Lettonia – non rappresentata a Genova in alcun modo, né da alcuna personalità – ha delegato l’Ambasciata del Lussemburgo d’individuare una struttura alternativa al carcere genovese per la giovane cittadina lettone, in attesa che le indagini si concludano.
«Abbiamo chiesto di individuare un istituto religioso in zona – ha detto ai giornalisti Tito Schivo, l’avvocato difensore della lettone – dove possa essere garantita non solo la custodia, ma anche un’assistenza sociale e morale più mirata. Nel caso si rivelasse impossibile rinvenire un luogo adatto, inoltreremo una richiesta di misura cautelare presso la struttura carceraria».
DUE PRIGIONI DELLA CIA IN LITUANIA
SONO RIMASTE SEGRETE ANCHE PER IL GOVERNO
Anche la Lituania, come molti altri Paesi della "nuova Europa", è risultata inclusa nel programma della Cia di secret rendition destinato ai presunti terroristi arrestati dopo l’undici settembre del 2001.
Secondo l’esito di una inchiesta condotta da una commissione parlamentare, sono stati aperti almeno due centri di detenzione segreti e nel 2005 e nel 2006 aerei charter, presi a nolo dall’agenzia di Langley, sono stati autorizzati ad atterrare in Lituania.
E’ stato appurato che la prigione ha avuto la sua sede nei pressi della cittadina di Rudnikaj, in una base ex sovietica, a 40 chilometri da Vilnius. Secondo la Abc, che ha avuto le informazioni da una fonte qualificata degli stessi servizi segreti Usa, in quella prigione hano soggiornato almeno otto prigionieri.
Ovviamente il governo lituano smentisce. Ma è stato messo in difficoltà dell’ex presidente Rolandas Paksas il quale ha dichiarato che l’impeachment cui fu costretto nel 2004 fu l’effetto del suo perentorio rifiuto di ospitare in Lituania prigioni segrete per conto terzi.
«Quando ero presidente – ha dichiarato – seppi che c’era gente che voleva portare sospetti terroristi in Lituania. Io credo che il mio disaccordo sostanziale sia stato la causa scatenante di una campagna contro di me e del mio successivo impeachment».
Dunque le pressioni ci furono e, con alto grado di probabilità, l’operazione venne realizzata, suo malgrado, tra il 2004 e il 2005 (come afferma la Abc).
"FRIEND OF MINE“ DELLA EXIT FILM
PICCOLO GRANDE INIZIO D’ANNO IN ESTONIA
La Exit Film di Tallinn, di proprietà della danese Zentropa Entertainment e del produttore e regista estone Peeter Urbla, inizierà il 2010 con la produzione di A Friend of Mine di Mart Kivastik (sceneggiatore di Taarka), con la partecipazione di Aarne Üksküla, Aleksander Eelmaa e Rita Raave.
"A Friend of Mine" narra la storia di due anziani che hanno in comune la passione per i libri e diventano amici. Il film a low budget (sotto i 400.000 euro) ha ricevuto il sostegno di Estonian Film Foundation e Estonian Cultural Endowment. “A causa della crisi e dei tagli ai sussidi pubblici (del 20% nel 2010), è disponibile poco denaro per la produzione e dobbiamo fare piccoli film per tenere viva l’industria, mentre prendiamo tempo per sviluppare progetti più grandi (oltre 1 milione di euro) con partner europei”, ha dichiarato la produttrice Anneli Ahven.
L’affermata Exit Film ha programmato di sviluppare altri tre progetti: a partire da The Messenger Knocks Three Times, esordio registico di Elo Selirand, sulla capacità di amare ed essere amati.
DI GOYA E MUNCHHAUSEN FORMAGGI BALTICI BREVETTATI DA UN TECNICO CASEARIO ITALIANO
Degli sfaccendati in Italia attivi come faccendieri nei Paesi Baltici ho scritto più volte e diffusamente. Non ho scritto diffusamente, invece, di un affaccendato in Italia (con contributi della Regione Lombardia, di privati cittadini e della collaborazione di volontari), che si è iper affaccendato con impegno e profitto anche nei paesi Baltici: aumentando la produzione di formaggio (da 600 a 15.000 tonnellate annue), il fatturato e i posti di lavoro in loco.
Non ho scritto di Angelo Frosio, poliedrico e „artistico“ imprenditore in Italia a Lodi, in provincia di Milano, tecnico caseario titolare della Frosio’s World Produtions e fondatore nel 1975 della onlus Scuola d’Arte Borgognone, cooperativa sociale e centro protetto abilitato al recupero dei portatori di handicap psico-fisici “Folligeniali”, mediante corsi artistici di recupero e solidarizzazione.
“Temperamento focoso, nemico degli schemi tradizionali (…) Folle, ma di quella follia che è sinonimo di genialità” (sic!), il Frosio italodigiano si è interelazionato nei Paesi Baltici meritando l’onorificienza Stella della Solidarietà Internazionale, della Presidenza della Repubblica italiana, per aver contribuito al salvataggio dalla bancarotta di un caseificio in Lituania a Rokiskis, dove ha concepito la produzione di un formaggio semiduro denominato Goya (il celebre pittore spagnolo Francisco) e la Angelo Frosio Fundation. Attivandosi successivamente in Lettonia a Limbazi, poco lontano dal confine con l’Estonia, per la produzione di un formaggio molle denominato Munchhausen (il mitico Barone settecentesco lettone, narrato da Rudolf Raspe) e l’istituzione di un centro culturale in una residenza baronale nomata Castello di Igate.
In un breve testo precedente ho reso noto che lo stesso Frosio ha brevettato in Lettonia “un formaggio che profuma di donna” e ha tenuto “… lezioni all’Università di Riga per il Ministero dell’Agricoltura a trentamila contadini” (sic!, in una e-mail inviata alla Italo-Baltica). Casanova, Cagliostro e Caravaggio sono in lista d’attesa come “nominazioni” di formaggi piccanti e verminosi, prodotti come il Goya e il Munchhausen col latte di mucche rosse baltiche, ognuna pesante 600 chili, alta 130 cm. e capace di produrre 5.000 litri di latte all’anno. Perfezionando il metodo produttivo già brevettato: Latte pastorizzato + fermenti lattici vivi + caglio naturale proveniente da Lodi + sale + 40% di grasso, stagionando il tutto durante 60 giorni e conservando la produzione in celle termoregolate posizionate in ambienti chiusi a temperatura di +5 gradi.
L’industrioso e fantasioso caseario italodigiano non si è ancora attivato per la creazione di una succursale in territorio baltico della Scuola d’Arte Borgognone, in attesa di tempi migliori ed eventuali (provvidenziali) contributi economici Ue. Ha contribuito, però, alla nascita di un Museo del Presepe a Rokiskis in Lituania, per il quale ha iconizzato una Sacra Famiglia „formaggiata“, e si è già interelazionato per concretizzare un progetto di partecipazione della Lettonia alla Expo 2015 di Milano supportato dalla municipalità di Lodi.
Il suo slogan è: La mucca ci salverà! Uno slogan divenuto titolazione di una performance espositiva en-plein-aire realizzata a Milano (Folle vacca): protagoniste numerose mucche in vetroresina, realizzate in grandezza naturale nel 2001 da una ditta di Zurigo, dipinte o decorate ognuna differentemente e posizionate sul suolo demaniale tra Piazza San Babila e il Castello Sforzesco, in gran numero sulla via Dante pedonalizzata. Uno slogan a futura memoria della mucca che lo ha salvato da una esistenza artistica precaria, intrapresa nel 1969 con una prima esposizione personale poco lontano dal suo luogo natale Bottino di Ricengo, nella sede dell’Associazione Granatieri di Sardegna a Crema/Cremona, titolare del diploma di perito caseario in odore di creatività artistica.
Angelo Frosio è stato eletto Cittadino dell’anno 2000 in Lituania, premiato con Medaglia d’Oro dalla Agro Balt per aver prodotto in loco baltico un formaggio semiduro (Montecampo). Durante i festeggiamenti del Columbus Day 2006, presenti l’onorevole Franco Danieli e il senatore Renato Turano, è stato premiato da Richard Daley, sindaco di Chigago. Non disdegnerà altre attenzioni e onorificenze.
Nuovo Ambasciatore Lettone in Vaticano
Einars Semanis Ph.D.
si è insediato come Ambasciatore di Lettonia presso la Santa Sede.
IL DISCORSO DI BENEDETTO XVI
Benedetto XVI ha parlato al nuovo ambasciatore dell Repubblica di Lettonia pressola Santa Sede, Einars Semanis, rammentando i pesanti effetti della crisi economica sulla popolazione lettone. Una crisi che ha generato povertà, disoccupazione e incertezza nel futuro.
“Questi tempi – ha detto – richiedono coraggio e risolutezza” ed ha auspicato che le misure per ricostruire l’economia della Lettonia siano portate avanti “in uno spirito di genuina giustizia ed equità” con una speciale attenzione per i più vulnerabili.
Non ha poi mancato di riferirsi alle radici cristiane della Lettonia, definita da Innocenzo III “Terra Mariana” che diventerà sicuramente un modello di sviluppo sostenibile per la difesa della dignità della persona.
ADDRESS OF HIS HOLINESS BENEDICT XVI Clementine Hall Mr Ambassador, In welcoming you to the Vatican and accepting the Letters of Credence by which you are appointed Ambassador of the Republic of Latvia to the Holy See, I am pleased to express my satisfaction at the cordial relations which we continue to enjoy. I am grateful to Your Excellency for transmitting the courteous greeting of your President, Mr Valdis Zatlers, and I would ask you kindly to reciprocate and to convey my own good wishes to him and to all the people of the Republic. From its unique position on the Baltic shores, Latvia has played an important role in the commercial and cultural evolution of Europe. This influence has not waned even when its people were deprived, for long and difficult periods, of their status as a sovereign nation. Now that its national identity is no longer under question, and its people again enjoy their freedom, Latvia can offer much to the international community. You mentioned, Mr Ambassador, the twentieth anniversary of the emergence of the “Baltic Way” according to which Latvia, Lithuania and Estonia expressed the wish to return fully to Europe. This historic gesture was an act of trust in the essential values of freedom, truth, justice and solidarity which, based on a Christian tradition and outlook, built up European culture and shaped its most important institutions. Having become a member of the European Union in 2004, Latvia too is now called to share in the continent’s task of finding the means towards greater international collaboration to consolidate the freedom, peace and prosperity of its peoples. Mr Ambassador, you also highlighted the important moments and the fruits of the Christian history of your country, which was named Terra Mariana by Pope Innocent III in the year 1205. I pray that Latvia, inspired by such an affectionate and powerful appellation, may remain faithful to the principles and values that the first Christian witnesses brought to your country, including Saint Meinhard and the other wise and zealous pastors who evangelized your nation. Christians of all the Churches and Ecclesial Communities in Latvia are called to contribute to the political and cultural life of the nation as well as to work for the visible unity of Christ’s Mystical Body. My predecessor, the late Pope John Paul II, on his historic visit to your land in 1993, supported the quest for greater Christian unity as a buttress to national unity and as a priority for renewal (cf. Address at Marian Shrine of Aglona, 9 September 1993). It is greatly to be hoped that such a renewal take place soon for the good of the nation as a whole. The Latvian people, who are known to cherish their land, and are careful to protect it from environmental degradation, also draw inspiration from their own folklore and culture as a solid basis for their concern for the land in all its aspects. By employing their ingenuity and by cultivating the resources God has given them, by extolling human dignity and respecting human life, and by promoting man’s vocation to build up a humanism open to spiritual and transcendent values (cf.Caritas in Veritate, 18), Latvia will surely become a model of development that protects the dignity of the human person while being sensitive to the requirements of a sustainable economy. The recent global economic downturn has had serious effects on the nation’s economy, generating poverty and unemployment in some areas and leaving no little uncertainty about the future. It is my sincere hope that the Latvian people may take heart as they and their leaders seek effective ways to weather this crisis and to rebuild Latvia’s economic strength. Such times demand courage and resolve. Your compatriots, Mr Ambassador, are aware that some radical measures may be necessary to uphold the common good even at the cost of restrictions, renunciation and sacrifice. On the other hand, such an exercise can only succeed – and be socially acceptable – when it is completed in a spirit of genuine justice and equity and with special attention to those who are most vulnerable. I pray that the resilient spirit of the Latvian people may continue to sustain them. Finally, Your Excellency, I am confident that the cordial relations between the Holy See and Latvia, re-established sixteen years ago after a long breach desired by neither party, will help to promote fraternity, respect and dialogue. In offering my good wishes at the beginning of your mission as Ambassador to the Holy See, I assure you of the readiness of the Roman Curia to assist you in your important task. May Almighty God bestow his abundant blessings upon you and upon all the people of Latvia.
© Copyright 2009 – Libreria Editrice Vaticana
TO H.E. Mr EINARS SEMANIS
NEW AMBASSADOR OF THE REPUBLIC OF LATVIA
TO THE HOLY SEE
Thursday, 17 December 2009
Consoli Onorari di Lettonia
STRANIERI NEI PAESI BALTICI
L’Eurostat, ufficio statistico della Comunità Europea, ha comunicato che la quota di cittadini stranieri presenti in Lettonia è pari al 18% della sua popolazione, in Estonia è pari al 17%. Un terzo di tali stranieri risulta proveniente da Stati membri
CONSOLI ONORARI DI LETTONIA
Sono cinque complessivamente i Consoli Onorari di Lettonia in Italia: Nicolò Rositani (Firenze), Canio Trione (Bari), Nunzio Santi Di Paola (Catania), Patrizia Signorini (Milano), Paolo Nicolussi (Venezia).
Ciò significa che non sono più Consoli Onorari di Lettonia in Italia: Roberto Comelli (Trieste), Beppe Landini (Modena), Randa Ghattas (Napoli) e Francesco Bambina (Palermo).
Soltanto il Rositani è Console Generale Onorario. Il Di Paola è Console Onorario iperattivo con giurisdizione su tutta la Sicilia.
MERCATINO NATALIZIO A THIENE
PRO ORFANI LITUANI
Ritornano a Tiene (Vicenza) i mercatini di Natale, promossi dall’Ascom, per una una raccolta di fondi a favore dell’Associazione La casa di Stefano che ha come finalità la creazione di case famiglia per i bambini orfani della Lituania. Nella veste elegante delle casette in legno, che richiamano la tradizione tirolese, una quindicina di espositori saranno in piazza Chilesotti dal 18 al 28 dicembre, aperte durante il pomeriggio dal martedì al venerdì, tutto il giorno dal sabato al lunedì. Una delegazione, guidata dal presidente del consiglio regionale Marino Finozzi e da Roberta Lanzardo, assessore ai servizi sociali del Comune di Thiene, si recherà successivamente in Lituania, per capire che cosa è stato fatto e che cosa è necessario fare
L’amazzone dell’avanguardia
Fotografia Contemporanea
dall’est Europa a Modena
Gli spazi espositivi dell’ex ospedale Sant’Agostino di Modena, hanno ospitato la mostra Storia Memoria Identità. Fotografia Contemporanea dall’Est Europa,promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e curata da Filippo Maggia. L’esposizione è stata inaugurata l’11 dicembre 2009, allestita con 150 opere di 29 artisti provenienti da 18 diversi Paesi,compresi i due baltici: Gintaras Didžiapetris (Lituania) e Ene-Liis Semper (Estonia).
L’AMAZZONE DELL’AVANGUARDIA
NATA IN LITUANIA NEL 1860
Alcuni dipinti di Marianne (Von) Werefkin, pittrice nata a Tula (Lituania) nel 1860 da una nobile famiglia russa e morta ad Ascona in Svizzera nel 1938, risultano esposte in una sala del Museo di Roma in Trastevere fino al 14 febbraio 2010. La Werefkin, insieme a Kandinsky e ad altri artisti, è stata una delle principali figure del rinnovamento artistico del primo novecento, soprannominata „l’amazzone dell’avanguardia“.
Per molto tempo è stata attribuita a Kandinsky la creazione della N.K.V.M (Nuova Associazione Degli Artisti di Monaco da cui nacque poi la Blaue Reiter) in realtà da una lettera dello stesso artista risulta evidente che i creatori furono tre: Werefkin, Jawlensky e Erbsloh.
BUONE NOTIZIE DAI PAESI BALTICI
PER L’INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA
Il Consiglio della Città di Riga ha deciso di creare il primo centro cinematografico regionale dei Paesi baltici, il Riga Film Fund, per co-finanziare film stranieri e offrire incentivi fiscali del 10-15% per film girati nel territorio baltico. Secondo il Direttore del NFC, dieci titoli stranieri hanno già in calendario riprese cinematografiche a Riga.
Poco fuori dalla capitale lettone è stato creato sette anni fa il Film Angels Studio che possiede attrezzature, sei diversi teatri di posa e costi competitivi per accogliere produzioni straniere, soprattutto film storici. C’è in lavorazione per il 2010 la sua prima co-produzione internazionale: Last Boat to Gotland (leggi news): dramma storico da 2 milioni di euro che sarà diretto da Janis Kalejs (Vogelfrei).
In Lituania — la cui industria cinematografica è la meno sviluppata delle tre Nazioni baltiche — il progetto di creazione di un nuovo istituto cinematografico non è mai stato definitivamente accantonato. Secondo quanto riferito dal produttore Rasa Miskinyte di Era Film, al Baltic Event per il pitch di un nuovo progetto del noto Sharunas Bartas (Seven Invisible Men), i produttori locali intendono realizzare una propria organizzazione cinematografica sotto l’egida della Lithuanian Producers Association. L’industria è fiduciosa per quanto riguarda il 2010, in attesa che il nuovo incentivo fiscale del 20% venga approvato dal Parlamento.
In Estonia, il maggiore ente di cinema nazionale, l’Estonian Film Foundation (EFF),sta ritoccando i tagli di budget (da 3.8 milioni di euro del 2009 a 3.3 milioni per il 2010) per supportare la produzione dello stesso numero di film annuali (cinque) con finanziamenti minori.
ESTONIA . IL BACO DELLA SOCIETA’ ELETTRONICA EDITORIALE DA " EESTI EKSPRESS"
(del 12/12/2009 @ 15:00:00, in Stampa Internazionale)
Vita politica, sanità, istruzione: da diversi anni l’Estonia è all’avanguardia nell’uso di internet nella vita pubblica. Ma questo sogno di una e-società potrebbe far dimenticare il vero senso delle cose, avverte un editorialista estone.
Abbiamo talmente preso l’abitudine di vivere con tutto ciò che è elettronico che si parla di una e-polizia, di un e-governo, di un e-stato, di una e-scuola, di una e-sanità e così via. Ora, dietro tutto ciò sono in agguato parecchi rischi. Tutte queste soluzioni delle tecnologie dell’informazione sono magnifiche: permettono di risparmiare tempo, denaro, nervi tesi e numerose altre cose. Ma possono anche comportare un pericolo quando questi mezzi diventano obiettivi in sé e per sé. Quello che allora diventa importante, per l’e-governo, è la e-connessione, dalla quale non dipendono né il contenuto né la qualità del lavoro reale del governo.
Si parla spesso di e-sanità, che permette di trasmettere dei dati in modo rapido e globale. La sanità reale potrebbe però risentirne. Si finanza una e-scuola, ma il denaro non va alla sua organizzazione e ai programmi d’insegnamento: serve a mettere in piedi un’altra banca dati. Il vero senso delle cose si è perso strada facendo. In altre parole, la realtà scompare, i veri sentimenti si indeboliscono e finiranno per essere sostituiti da un e-amore (il sesso virtuale esiste già) o da testi criptati.
Più ci saranno e-soluzioni ed e-comunicazioni e meno ci sarà comunicazione reale. Può essere divertente ed economico organizzare degli e-matrimoni, con tanto di e-felicità ed e-invitati. Questi gusteranno degli stuzzichini che scenderanno nei loro piatti come i tetramini del Tetris e berranno e-bevande alcoliche che non li faranno ubriacare. Se tutto questo si confà alle masse, perfetto. È quel che basta per essere rieletti. Le e-elezioni stanno già per diventare un obiettivo in sé e per sé. Risultato: il senso del processo elettorale – affidare un mandato a qualcuno perché rappresenti i cittadini e difenda i loro interessi – sta per perdersi, o se non altro diventare evanescente.
La e-gestione è tanto comoda quanto rapida, ma ha fatto nascere un sistema dove le persone sono secondarie e in parte esonerate da ogni responsabilità. “Ci mandi un’email e vedremo”, e sicuramente, ricevendo una fattura con un errore (se mai la si riceve), si ottiene una scusa tipo “Ma è quello che mi ha indicato il mio computer”. I mezzi di comunicazione sono diventati così importanti che la vita delle persone viene progressivamente rimpiazzata da una e-vita che comincia a svolgere un ruolo in ogni campo. Ma magari è meglio sottrarsi alla vita reale, quando questa non ci soddisfa più, e nascondersi dietro una e-vita, stringere e-rapporti e lasciarsi condurre fino all’e-cimitero dal sistema operativo? ( Fonte: presseurop.eu – Autore: Andres Raid)
Lettonia: il Paese della musica
12 dicembre 2009
Nell’angolino più “sovietico” dell’Europa si nasconde un Paese tutto da scoprire: la Lettonia. A dispetto di quello che si potrebbe immaginare, anche se non propriamente meta di turismo di massa, la Lettonia ha incrementato notevolmente le presenze turistiche, e a ragione! I luoghi sono decisamente belli, soprattutto se li si visita durante i mesi primaverili o estivi, in cui non fa freddo e le ore di luce non sono poche. Inoltre, sono le stagioni dei festival folcloristici, che si tengono numerosi ovunque. I Lettoni amano la musica, il teatro, il balletto, addirittura le prime rassegne canore nazionali risalgono alla fine dell’1800.
Per chi decidesse di muoversi dalla capitale, Riga, verso l’interno, oltre ad ammirare le stupende foreste di pini e i laghi che si susseguono numerosi, potrebbe assistere alle feste che si tengono a partire dal 23 giugno. Si mangiano prodotti locali, formaggio birre torte, si realizzano ghirlande di fiori per scacciare gli spiriti cattivi, si appendono erbe alle finestre in segno di buon augurio. A Riga, invece, ad inizio giugno, è tradizione che si tenga la fiera dedicata all’artigianato locale, Gadatirgus, una delle più grandi del Baltico. Importante è il Festival della Musica d’Organo, ospitato sempre nella capitale a giugno, mentre nel castello di Bauska a luglio c’è il Festival di Musica Antica.
Il Festival dell’Opera si svolge a luglio a Sigulda; mentre c’è quello dedicato alla musica rock, ilLiepajas Dzintars, a Liepaja, verso ferragosto, data in cui anche la città di Anglona organizza una rassegna incentrata sulla musica sacra. Insomma, non c’è che l’imbarazzo della scelta: nessun genere viene dimenticato o trascurato, in questa giovane nazione che ha tante storie da raccontare all’Europa. (Autore: Laura Landi)