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A STOMERSEE SULLE ORME DEL GATTOPARDO
E’ un video amatoriale che documenta la visita di Enzo Rossi-Ròiss al castello di Stomersee, distante 200 km da Riga capitale della Lettonia, nel distretto di Gulbene. Tale castello è stata la residenza lettone di Tomasi di Lampedusa, autore de “Il gattopardo”, dopo aver sposato nel 1932 la baronessa baltica Alexandra (Licy) von Wolff. A chi si reca per visitarlo appare alla fine di un lungo viale di tigli “…con le sue due alte torri svettanti e il grande lupo araldico scolpito nella pietra sopra il portico d’ingresso, con gli eleganti riquadri attorno alle finestre bene ordinate, dignitoso e bellissimo da vedere”: come ha scritto Boris Bianchieri ne “Il ritorno a Stomersee”.
ALLO SBARAGLIO IN ARTELIBRO 2008
ALCUNI ARTISTI LITUANI ASSOCIATI
L’Artelibro 2008 (25-28 settembre) si è connotata internazionale in alcuni mini stand allineati nella Sala degli Atti di Palazzo Re Enzo a Bologna con 12 rappresentanze straniere, cinque delle quali (minori e minoritarie) provenienti da ex repubbliche sovietiche o dalla ex Jugoslavia. Una di tali presenze è stata la Galerija Meno Parkas di Kaunas (Lituania) presente per dare visibilità e sollecitare attenzioni alla creatività di alcuni suoi artisti associati, con una collana di cataloghi personali che non sono stati considerati libri d’arte, risultando quaderni brossurati. Immeritatamente, secondo noi, perché esposti in una fiera del libro d’arte anzichè in una fiera dell’arte. Angelo Guglielmi, Assessore alla Cultura del Comune di Bologna ha esagerato, perciò, nel momento in cui l’ha inaugurata comparandola enfaticamente alla Fiera di Francoforte.
APPREZZATA UNA BIG BAND ESTONE A BOLOGNA
DAGLI AFICIONADOS DEL FESTIVAL “ALMA JAZZ”
E’ stata apprezzata e applaudita a Bologna la big band estone che ha partecipato alla rassegna internazionale di big band universitarie “Alma Jazz – Volvo Music Festival” (18-19-20 settembre 2008). Nel cartellone è stata inserita come “Rapina Music School Big Band”, già nota come A&D Big Band, fondata nel 1999 da Andrei Paasik e Dmitri Kogan, co-progetto della Tartu II Music School. Tale Band celebrerà il suo decimo anniversario durante il prossimo anno, dopo aver tenuto concerti in Estonia, Russia e Finlandia, composta da soli membri di Rapina (13 elementi d’ambo i sessi). Le sue armonie sono state apprezzate a Bologna sono risultate inconsuete e particolari, perché costituite da ritmi vivaci latini suonati da nordeuropei notoriamente calmi o compassati. Durante i tre giorni bolognesi di “Alma Jazz” si è esibita in uno spazio all’aperto dei Giardini Margherita, in Piazza Re Enzo, nel cortile dell’Accademia di Belle Arti e sul palco del Teatro delle Celebrazioni calorosamente applaudita dagli aficionados
ESTONIA E LETTONIA DIVERSAMENTE PRESENTI A VENEZIA
NELLA MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA 2008
Neeme Kulm e Ralf Looke ideatori dell’installazione estone
Fra le 56 partecipazioni nazionali alla Mostra Internazionale di Architettura di Venezia (undicesima della serie, dal 14 settembre al 23 novembre 2008), l’Estonia si è data una notevole visibilità massmediatica internazionale e un gran numero di visitatori con ticket pagato, installando 70 metri (circa) del gasdotto della Gazprom in uno spazio en-plein-air dei Giardini: con tutti intorno i padiglioni storici di Francia, Inghilterra, Canada, Corea, Giappone, Germania e Russia. Il manufatto (in scala reale) intitolato “Gasitoru – Gas Pipe”, la cui installazione era stata annunciata tra le “attrazioni” sperimentali e provocatorie dell’Arsenale, si è rivelato, così, dotato di una carica simbolica pesante che è esplosa in un’area metaforica vastissima. Giudicato unanimemente: … atto di arte e architettura critiche, presa di posizione socio-politica inequivocabile degli artisti Maarja Kask, Neeme Kulm e Ralf Looke, tra ironia e senso di responsabilità, con l’intenzione di evidenziare la distonia tra tecnologia e forza della natura. Diversamente dalla Lettonia che si è data una visibilità masmmediatica autoreferenziale nazionale, destando la curiosità dei turisti in transito meno frettolosi, con un progetto di architettura d’interni realizzato da Eriks Bozis e Reinis Liepins. La creazione degli architetti lettoni, intitolata “Dust Room”, è stata realizzata nei pochi metriquadri del monovano di un ex negozio per souvenirs locato per l’occasione e contiguo a un bar nell’abitato cittadino, foderando le pareti interne con pannelli di color nero rotanti su appositi binari e sovrapponibili, illustrati da macro immagini fotografiche di polvere vista al microscopio in bianco e nero, segnalata free entrance ai passanti da una pedana nera esterna collocata sul suolo pubblico: il tutto rigorosamente in bianco e nero Un padiglione lillipuziano, perciò, e poco attraente il padiglione della Lettonia comparato alla installazione Gulliver vistosa dell’Estonia tra i padiglioni vip dei Giardini. Un manifesto d’intenti , l’installazione concepita e realizzata degli estoni svolgendo il tema sintetizzato dal titolo della mostra “Out There: Architecture Beyond Building”. Una struttura elementare, invece, la “scatola” artisticizzata dai lettoni, ignorando la struttura complessa e fantasiosa del “Castello della Luce” in costruzione a Riga, edificio molto discusso e da alcuni disprezzato, destinato a divenire nel tempo icona emblematica della Lettonia desovietizzata, commistione esemplare tra architettura, pittura e scultura: architettura liberata dai confini della scatola…come nei desideri degli organizzatori della Mostra veneziana. La Polonia è stata premiata come migliore partecipazione nazionale, lo studio Gregg Lynn Form per il miglior progetto, un promettente giovane architetto per il progetto “Elemental” del Chilean Group. Un Leone d’Oro alla carriera è stato assegnato a Frank O.Gehry, un Leone d’Oro Speciale allo storico dell’architettura James S.Ackerman. Tra i 50 progetti di studenti universitari di architettura (10 vincitori + 40 menzioni speciali), selezionati dal concorso on-line Everyville 2008 (www.everyville.labiennale.org), non risultano in concorso progetti di studenti universitari cittadini delle Repubbliche Baltiche.
Show della autorefenzialità condivisa da pochi connazionali in trasferta occasionale il vernissage del padiglione lettone allestito a Venezia per la Mostra Internazionale di Architettura 2008, presente il ministro della cultura lettone Helena Demakova, gli architetti progettisti Eriks Bozis e Reinis Liepins, collaboratori e conoscenti vari. Unici italiani presenti (commensali e conviviali plaudenti) Paolo de Grandis e Paivi Tirkkonen, titolari coniugati dell’agenzia Arte Comunications procacciatrice (o venditrice) di location espositive veneziane anomale e surroganti (come l’ex mininegozio per souvenirs divenuto padiglione lettone), prive delle autorizzazioni ad essere utilizzate stabilmente per uso abitativo o lavorativo: chiese cattoliche poco redditate, dependances di servizio e locali disabitati col piano terra a rischio acqua alta, oratori handicappati dalla posizione mappale.
ILZE JAUNBERGA CON ALCUNE OPERE
DEL CICLO “ITALIA PICTA IN LATVIA” A VENEZIA
NELLA SALA VISCONTI DELL’HOTEL DES BAINS
Nella Sala Visconti dell’Hotel Des Bains al Lido di Venezia sarà allestita una esposizione personale di Ilze Jaunberga, in concomitanza con “Incontri Musicali” Grandi Eventi Estate 2008, a cura dell’Accademia Musicale Italiana presieduta da Claudio Gasparoni (dal 1° al 15 agosto).
L’esposizione dell’artista lettone è stata organizzata dalla Compagnia De Calza “I Antichi”, col patrocinio dell’Associazione Culturale Italo-Baltica, sponsor il Pagoda Circus di Antonio Giarola., critico curatore Enzo Rossi-Ròiss.
Gli “Eventi” annunciati (inizio alle ore 21,30 per tutti) sono: “La Cambiale di Matrimonio” con musiche di G. Rossini (1° agosto), “La Serva Padrona” con musiche di G.B. Pergolesi (6 agosto), “Grande Concerto di Musica Barocca”, con musiche di autori vari (13 agosto).
Le opere in esposizione sono visibili nel sito www.ilzejaunberga.com
Durante il periodo dell’esposizione è prevista la presenza a Venezia di alcuni cittadini lettoni intenzionati a incontrare nell’Hotel Des Bains la pittrice connazionale. Tra i più illustri meriterà di essere segnalata Inga Steimane, redattore capo del quotidiano culturale “Kulturas Forums” edito a Riga.
DEL CINEMA DEI PAESI BALTICI NON ANCORA “RITROVATO”
PER LA MOSTRA INTERNAZIONALE DI BOLOGNA 2009
La Mostra Internazionale del Cinema Ritrovato è il più cinefilo dei festival cinematografici, un evento elitario diretto da Peter von Bagh per autentici specialisti (anche esperti e archivisti), condiviso da amatori di ogni età, nazionalità e condizione sociale, sempre più numerosi ogni anno da 22 anni, in luglio a Bologna.
Pellicole centenarie di pochi minuti prive del sonoro festivalierate con copie restaurate di grandi melo in cinemascope e film memorabili degni di essere rivisti selezionati da un curatore (Guy Borlée per l’edizione 2008) col supporto della Cineteca locale. E più sezioni, collaterali, per omaggiare singoli Autori o generi: illustrati, aneddotizzati e deambiguati da ospiti illustri (talvolta cineasti parenti di cineasti).
Scrivo ciò col pensiero rivolto al National Film Centre of Latvia che ha sede a Riga e al ruolo che potrebbe assumere come centro di ricerca dei film realizzati durante l’occupazione sovietica, meritevoli di essere festivalierati a Bologna. Acquisendoli da chi li possiede ed eventualmente restaurandoli col soccorso economico di sponsor cinephiles.
L’Associazione Culturale Italo-Baltica ha già fornito alla Cineteca di Bologna in VHS i film della rassegna “La Cinematografia lettone” realizzata nel 2002 a Tempio Pausania /Sassari (Sardegna), e nel 2005 a Pordenone e Urbino. Documenti visivi provvisti di una notevole carica simbolica, che illustrano alcuni legami con la quotidianità, mai recisi grazie all’autonomia dell’arte che prescinde da ogni dicktat ideologico, economico e politico.
Considerando ciò iniziativa propiziatoria, è possibile concepire un possibile approccio al Cinema Ritrovato dei (e nei) Paesi Baltici da festivalierare nel 2009, con o senza l’intraprendenza della Italo-Baltica.
FESTA DELLE CANZONI E DELLE DANZE A RIGA
COME OGNI 5 ANNI NEI PAESI BALTICI DAL 1873
Tanti e continui festeggiamenti con canti e balli in Lettonia dal 5 al 12 luglio 2008, sul palcoscenico del Mezaparks e negli spazi dello Stadio Daugava, per celebrare il 90° anniversario della nascita dello Stato nazionale. A sostegno di una forte idea simbolica per la creazione e lo sviluppo ulteriore dell’identità lettone.
Come nella più antica tradizione tedesca della organizzazione di grandi concerti corali, è stata organizzata a Riga la Festa delle Canzoni istituita nel 1873 con cadenza quinquennale, in concomitanza con la Festa delle Danze istituita nel 1948. Il corteo dei partecipanti si è snodato lungo le vie cittadine il 5 luglio, giorno inaugurale, anzichè il 12 luglio giorno conclusivo, nello stesso giorno è stato tenuto il mega concerto al Mezaparks. Dal 2003 tale Festa, celebrata nei tre Paesi Baltici, gode il riconoscimento dell’UNESCO come patrimonio mondiale non materiale.
Alla prima Festa delle Canzoni parteciparono 45 cori, con 1019 cantori, avendo come obiettivo primario lo sviluppo di una identità collettiva per la riunione dei lettoni in un sol popolo. Sogno che fu realizzato dopo la Prima Guerra Mondiale nel 1918, allorché fu creato lo Stato lettone.
A seguito della Seconda Guerra Mondiale e della perdita dell’indipendenza con l’interdizione ad usare la bandiera nazionale rosso-bianco-rossa, causa l’occupazione sovietica, la Festa continuò a esistere con l’esecuzione obbligata di canzoni glorificanti Lenin e l’ideologia al potere in URSS. La coscienza collettiva dei lettoni, però, salvaguardò in ogni modo l’identità nazionale: fino al momento in cui, a metà degli anni ’80, il programma preordinato e preparatorio della Festa, non cominciò di mese in mese e non essere rigorosamente rispettato. Tanto che tra il 1987 e il 1991 la contestazione cantata diventò un arma importante durante la lotta contro il regime sovietico in declino, anche in Estonia e Lituania, assumendo il nome di Rivoluzione Cantata.
Che senso attribuire oggi a tale Festa delle Canzoni e delle Danze (sapendo che l’elemento “danze” è stato introdotto nel 1948, dopo l’occupazione sovietica)?
Ciò indica un cuore lettone più grande al resto mondo. I coristi in festa con costumi nazionali cantano le più belle canzoni corali lettoni.
La festa del 2003 ha avuto più di 30.000 partecipanti, tra i quali: 300 gruppi di coristi, 500 gruppi danzanti, 57 orchestre per musica leggera, 3 orchestre sinfoniche e un orchestra da camera. Con diverse esposizioni e il grande corteo lungo le vie cittadine. Per la Festa del 2008 sono stati previsti e conteggiarti 35.000 partecipanti, così suddivisi: 12.000 coristi per l’esecuzione di canti a cappella e a 8 voci, 15.000 danzanti tutti in costumi nazionali. Tutti selezionati durante concorsi primaverili nei vari centri abitati del territorio lettone.
LA BIBLIOTECA NAZIONALE LETTONE CON MULTIMEDIALITA’
IN UN CASTELLO DELLA LUCE DIAGRAMMOMORFO
Il 20 giugno 2008 è stata posata la prima pietra per l‘edificazione a Riga in Lettonia di un Castello della Luce sulla riva sinistra del fiume Daugava, nel quale sarà insediata la Biblioteca Nazionale Lettone (Latvijas Nacionalas Bibliotekas) infrastrutturata per lo svolgimento anche di attività multimediali. Il ministro della Cultura Helena Demakova ha presenziato la cerimonia della posa della prima pietra con mani intrecciate e volto pensieroso desiderosa (sicuramente!) di presenziare anche la posa dell’ultima pietra.
Il Castello della Luce sarà edificato al di là del fiume, prospiciente la riva destra sulla quale fu dato inizio nel 1201 alla costruzione della Riga Vecchia, ed avrà una forma monumentale “diagrammomorfa” col lato più corto che s’inerpicherà come il lato roccioso di una montagna e il lato più lungo che digraderà come il declivio di una collina. L’insieme risulterà multifacciale: nel senso che avrà quattro facciate diversamente connotate formalmente per chi lo esaminerà adottando un punto di vista rotante, più una singolare visione per il punto di vista a volo d’uccello.
Così come il vescovo Meinardo decise e realizzò, a futura memoria della sua impresa evangelizzatrice, la costruzione della prima chiesa e delle prime fortificazioni in pietra nel 1185/86 a Uxkulle in Livonia, destinata ad avere per nome Ikskille in Lettonia, Helena Demakova ha fortemente voluto il Castello della Luce ed è riuscita a dare inizio alla sua edificazione, considerandolo tempio per i libri fortificato dalla multimedialità, fomentatore di una ulteriore crescita culturale della popolazione lettone, a futura memoria di se stessa Ministro della Cultura del Governo Lettone durante alcuni anni del 2000.
Come la “Defense” ricorda Francois Mitterand ai francesi suoi posteri, il Castello della Luce ricorderà Helena Demakova ai lettoni d’ambo i sessi che nasceranno durante gli anni futuri.
(per leggere altro cliccare http://italobaltica.wordpress.com/associazione-culturale/biblioecopress/)
SOSTA A IKSKILE EX UXKULLE
STRADA FACENDO NELL’ANTICA LIVONIA
Strada facendo in treno, sulla direttrice Riga-Mosca, ho sostato per alcune ore in un agglomerato urbano dal nome impronunciabile IKSKILE, privo di piazze, senza un nucleo centrale di edifici per le Istituzioni civili e religiose, seminato in territorio lettone sulle due rive del fiume Daugava, ristretto in 2,2 kmq di superficie piana da (e per) 4146 abitanti (in prevalenza) di residenze unifamiliari con aree verdi attrezzate e ben tenute tutt’intorno.
Del suo scarno arredo urbano ho apprezzato l’artisticità di alcune panchine costituite da tronchi d’alberi giganteschi, tagliati a metà e scolpiti per consentire la sosta comodamente seduti con appoggi per la schiena e i gomiti. Ho approvato l’utilizzo di grossi massi disposti sul bordo stradale come guardrail a difesa delle recinsioni che delimitano l’area residenziale delle abitazioni private. E mi sono appassionato alla disputa tra fazioni avverse che deciderà la salvaguardia, oppure la distruzione, di un rudimentale anfiteatro per spettacoli all’aperto, con gradinata legnosa e area per la messa in scena su tre livelli pietrosi.
La distruzione dell’anfiteatro e reclamata da chi non lo considera parte integrante del paesaggio storico ikskillese ed è interessato a utilizzare la sua area per l’edificazione di un immobile da usare come centro culturale,edificabile anche in altre zone del territorio urbano. La sua tutela, invece, è fortemente voluta e difesa da chi lo considera struttura architettonica comunque identitaria e memoriale della comunità residente, spazio collettivo e socializzante per la realizzazione di eventi artistici e folklorici che siano manifestazioni della creatività passata, presente e futura.
Ikskile e l’insediamento abitativo nomato Uxkulle nel quale il vescovo Meinardo giunse, al seguito della prima Crociata del Nord nel 1184, per evangelizzare i nativi dell’antica Livonia, favorendo la costruzione con materiale pietroso anzichè legnoso come nella consuetudine locale, di una chiesa e una fortificazione più volte distrutte e ricostruite per essere nuovamente distrutte, durante i secoli successivi fino al 1916, delle quali sopravvivono alcuni ruderi. E’, perciò, un insediamento abitativo ”blasonato“ che ha preceduto nel territorio dell’attuale Repubblica di Lettonia la formazione nel 1201 della città nomata Riga.
LETTONIA ED ESTONIA SENZA LITUANIA
NELLA BIENNALE ARCHITETTURA n. 11 A VENEZIA
La Repubblica di Lituania non parteciperà alla Biennale Architettura n.11 (Venezia 14 settembre – 23 novembre 2008). Parteciperanno, invece, le Repubbliche di Estonia e Lettonia. Con la sede alle Artiglierie dell’Arsenale l’Estonia: una location nobile e istituzionale dotata di pertinenze estetiche adeguate. Con la sede in Riva San Biasio 2145 la Lettonia: in una minilocation succedanea (surrettizia, surrogante) di 20 metriquadri (o poco più, per un progetto intitolato "Dust Room"), priva di pertinenze estetiche adeguate e fuori dalle sedi nobili della rassegna, già utilizzata come “padiglione” nel 2006 per la Biennale Architettura n.10, protagonista l’architetto Ugis Senbergs col suo "Dado" urbano.
Architetti per l’Estonia: Maarja Kask, Neeme Kulm, Ralf Looke. Commissario/curatore: Laila Podra. Curatore: Ingrid Ruudi. Commissario aggiunto: Liivi Haamer.
Architetti per la Lettonia: Eriks Bozis, Reinis Liepins. Commissario/Curatore: Sergejs Nikiforov . Con Paivi Tirkkonen nel ruolo di commissaria di servizio, aggiunta dall’agenzia veneziana (Arte Communications) intermediaria per la locazione e la gestione della sede ex negozio di souvenirs “Capricci”, gestito nel Sestiere Castello da Carmine Caruso. (già postato in www.iantichi.org).
OPERE DI QUATTRO GIOVANI ARTISTI LETTONI
ESPOSTE IN UN CENTRO COMMERCIALE A RIGA
Alle ore 19 di martedì 29 aprile 2008 a Riga in Lettonia, nel centro commerciale MC2 di Krasta iela 68 , distante 3 km dalla città vecchia, ha avuto inizio l’attività (con business auspicabile) di uno spazio espositivo riservato all’arte contemporanea, denominato Galerija Makslas Darzs (Galleria Giardino d’Arte), protagonisti i dipinti di quattro artiste giovani: Ieva Lapina, Jana Brike, Ivonna Zile e Gundega Tutane.
Tutti i presenti si sono intrattenuti in lieti conversari con colleghi, conoscenti e Inga Bunkse addetta ai lavori della curatela e promozione artistica della galleria. Commentando il titolo “Nell’entroterra” dato all’esposizione che alcuni hanno giudicato introversa, allestita con meditate testimonianze iconiche della vita interiore, interloquendo con Liena Bondare giovane“curatrice”e artista in carriera. Prediligendo la “mitologia personale” della Brike, oppure i colori intesi che caratterizzano gli uccelli e i fiori della Tutane. In opposizione agli estimatori delle superfici complicate evidenziate con tonalità raffinate e silenziose dalla Zile e dalla Lapina.
E’ stato molto intenso lo scambio d’informazioni sul “già fatto” e sul "che fare" tra i partecipanti al vernissage, con commenti sui risultati delle vendite all’asta divenute "moda" lettone recente, l’attività espositiva sponsorizzata dalle Istituzioni Statali lettoni e la delocazione di alcune gallerie d’arte private nella zona delle residenze diplomatiche straniere allineate sulla Elizabetes iela, contigua al Trade Center.
L’esposizione è stata notiziata dal quotidiano ”Diena” il 2 maggio.
DEL PALAZZO ITALIA A RIGA
MEGASTORE DEL MADE IN ITALY
DIVENUTO PROPRIETA’ D’INVESTITORI RUSSI
Gli investitori russi hanno cominciato a mettere in riga i prodotti del Made in Italy impadronendosi del Palazzo Italia in Barona iela 2 a Riga. Conseguentemente hanno rinunciato alla direzione commerciale di Massimo Santachiara, “giovin signore” italiano di Carpi/Modena, che si è dati ruolo e reddito, nella capitale lettone, dirigendo negozi del Made in Italy meno dimensionati, per quanto riguarda i metriquadri calpestabili.
Una notizia storica sul megastore generato da imprenditori italiani è contenuta nel libro “Mondo lettone made in Italy”, dal quale estrapoliamo il testo che segue.
Il “Palazzo Italia” a Riga in Lettonia è il risultato di un’impresa immobiliare compiuta da 11 investitori italiani (numerosi gli emiliani), uniti in cordata, che nel 1996 hanno acquistato un edificio “cielo-terra” (6 piani, 4.414 metri quadrati – 3624 calpestabili) ben posizionato nella mappa cittadina in Barona iela 2, di “buona annata”, e lo hanno poi ristrutturato, trasformandolo in un megastore (tipo Rinascente milanese) per la vendita del made in Italy: col Restaurant “La Dispensa di GIUDITTA”, una pizzeria-bar all’italiana e un food market, gestiti da Vittorio Fini (quello dei tortellini e uno degli 11 investitori iniziali). “The total sum invested into the project amounts to 8.000.000 USD”. Ideatore dell’impresa il fotografo Beppe Lopetrone, “…nato nel 1950 a Carpi/Modena con tracce avite calabresi nel DNA personale”, discriminato e accantonato pochi giorni prima dell’inaugurazione perchè divenuto personaggio ingombrante in cattivi rapporti con le istituzioni governative sia italiane che lettoni per l’attività del suo studio Riga Fashion City insediato dal 1995 in Palasta iela 10, “…reduce da un insuccesso elettorale come candidato sindaco a Carpi”.Sergio Mussolin ha scritto ne “Il Massaggero” del 14 ottobre 2001 che tale “Palazzo” è a ridosso del grande fiume Daugava e che le finestre guardano allineate verso il Golfo di Riga, sul Mar Baltico. Ciò non è vero, però, poiché il palazzo acquistato e ristrutturato dagli italiani è a ridosso di altri palazzi, nel principio di una strada importante (K.Barona 2), non lontano dal Teatro dell’Opera il cui retro s’intravede guardando a sinistra affacciati alle sue finestre, che non guardano allineate il fiume Daugava, poiché guardano le finestre del palazzo di fronte nel quale ha sede l’Accademia Musicale. Evidentemente il “Palazzo Italia” è stato raccontato al giornalista Mussolin, che ha scritto il suo pezzo tutto ignorando della Lettonia e senza aver mai soggiornato a Riga.L’attività commerciale nel “Palazzo Italia” ha avuto inizio il 9 aprile 1999, direttore commerciale Stefano Vannuzzi. Per darsi immagine e visibilità massmediatica come “The Biggest Italian Fashion Centre in the Baltics”, nel febbraio 2000 ha prodotto e ospitato una mostra di Carlo Carrà, accreditata nel catalogo da Massimo Carrà (figlio dell’artista e proprietario delle opere in esposizione). Una mostra d’arte allestita con un insieme eterogeneo e fieristico di disegni, incisioni e dipinti variamente datati. L’iniziativa, però, si è rivelata subito molto costosa e poco promozionale, tanto da essere archiviata come “una-tantum” (da non replicare).Principiando gli anni 2000, la Società titolare della gestione commerciale di questo “Palazzo” ha cominciato a non godere la stessa buona salute finanziaria goduta dalla Società titolare della sua proprietà immobiliare. Alcuni investitori della cordata iniziale hanno imparato, nel frattempo, a investire e speculare per conto proprio, e hanno venduto la propria quota appena possibile, in conflitto con la conduzione complessiva dell’impresa. E il Ristorante La Giuditta, la pizzeria-bar all’italiana e il food market sono stati chiusi (soppressi) definitivamente nel principio del 2003, perché Vittorio Fini ha deciso di affaccendarsi in tutt’altre faccende imprenditoriali, convincendo a fare altrettanto i soci carpigiani Rino Righi, Renato Crotti, Giancarlo Baroni, Giusepe Menotti e Michele Lucci.Alla fine del 2005 sono pochissimi gli investitori iniziali che risultano soci/proprietari del “Palazzo Italia”.Una piccola quota risulta acquisita da Guntis Plumins, immobiliarista e imprenditore lettone nel settore night club e casinò (GAO – DOMA – DOMS). Lo presiede l’abbruzzese Paride Albanese con casa e negozio a Pescara. La carica di Direttore Generale è ricoperta da Massimo Santachiara, un “giovin signore” originario di Carpi/Modena con curriculum vitae professionale seminato, coltivato e maturato in Latvia.. (Riscrittura di un testo apparso nel periodico “Tempo”il 10 aprile 2003 a Carpi/Modena)
DELLA BIENNALE INTERNAZIONALE
53esima della serie a Venezia nel 2009
La prossima Biennale Internazionale d’Arte veneziana (n. 53 della serie, giugno-novembre 2009) è stata annunciata come collina della qualità eretta dal suo Direttore, lo svedese Daniel Birnbaum (quarantacinquenne), fra la valle dell’ideologia e la valle del mercato: una esposizione che sarà concepita “unica”, ponendo al centro della sua creazione la visione dell’artista, più che del mercante, rischiando collusioni con le gerarchie determinate dagli interessi commerciali e dalla moda.
Saputo ciò, mi sono posto alcune domande.
1 – Sarà la volta buona per gli artisti che hanno la casa e l’atelier nei territori delle ex Repubbliche Sovietiche Lituania, Lettonia ed Estonia, pervenuti dopo il 1989 all’esercizio della libertà creativa non condizionata dalla ideologia e dal disagio socio-economico?
2 – Buona per essere esposti finalmente in contenitori non connotati dalla succedaneità, utilizzati (locati) come sedi espositive (Padiglioni) surroganti e una tantum soltanto in concomitanza della Biennale: ambienti chiesastici amministrati da sacerdoti cattolici scarsamente reditati, oppure locali disabitati con l’accesso in “calli morte” (cosiddette!) claustrofobiche e retrostanti.
3 – Buona per essere notati dai direttori di Musei d’Arte Contemporanea, notiziati dai critici d’arte influenti e consigliati come investimento ai collezionisti dai galleristi protagonisti delle (e nelle) grandi fiere?
Scriverò le risposte durante i mesi della Biennale 2009.
(già postato in www.iantichi.org/Diario di Enzo Rossi-Ròiss)
PUPAZZI ANIMATI ESTONI DAL 22 AL 26 APRILE
AL FESTIVAL COMICS & GAMES DI LUCCA
I pupazzi animati dello studio estone Nukufilm saranno protagonisti di una esposizione intitolata “Having Soul” al festival internazionale del film d’animazione Lucca Comics & Games dal 22 al 26 aprile. Si tratta di un festival competitivo dotato di una giuria composta da: Aleksandra Korejwo (polacca), Gianalberto Bendazzi (italiano), Borivoj “Bordo” Dovnikovic (ungherese di Osijek), Mati Kutt (estone), Antonio Possenti (italiano).
Lo studio Nukufilm, è stato fondato nel 1957 come dipartimento d’animazione dell’ente cinematografico statale Tallinnfilm, specializzato in stop motion già a partire dagli esordi sotto la guida del "patriarca" Elbert Tuganov.
L’esposizione è stata realizzata con l’intenzione di ricostruisce il presente e il passato dello studio tramite un’ampia galleria di pupazzi, scenografie e oggetti di scena.
Il “giurato” Mati Kütt (Tallinn, 1947), pittore e regista, è uno dei maggiori talenti dell’animazione estone. Artista in nuce fin dall’infanzia, evita una carriera da ingegnere ed esordisce in animazione nel 1981 con il segmento Monument del film collettivo 1+1+1. Collabora per diversi anni con Avo Paistik alla Joonisfilm, quindi nel 1989 avvia con Labyrinth una carriera di autore personale e una delle ricerche estetiche più complesse e variegate dell’animazione contemporanea. I suoi film combinano tecniche diversissime come la stop motion, la pittura a olio e la pixilation. Nel 2001 e 2002 ha insegnato animazione sperimentale al Rocky Mountain College di Denver.
DUE CARROZZELLE PER TURISTI A RIGA
Nei giorni di sole può essere bello andare in carrozzella con accanto la propria bella, a Riga in Lettonia …come in alcune città italiane. Prenotandola, però, perché le carrozzelle disponibili sono soltanto due. Quelle visibili nella foto scattata il 30 marzo 2008.
In concomitanza con un concerto del pianista Giuseppe Andaloro, mercoledì 11 marzo 2008 è stata presentata a Riga la traduzione lettone del libro “L’italiano che governò Riga” di Maurizio Lo Re.
Domanda: Chi è stato realmente Filippo Paulucci, lo straniero mandato dallo zar Alessandro I a costruire le case e i giardini di Riga, l’amante della bellezza pura, il liberatore del popolo lettone dalla servitù della gleba?
Risposta: Un cosmopolita avventuroso e irrequieto, a volte malinconico, ma sempre pronto ad accogliere nuove sfide, come quando nel 1830 rimpatriò in Italia per divenire governatore di Genova.
Le vicende rocambolesche del marchese Filippo Paulucci hanno attraversato la storia d’Europa tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Giovanissimo insorto antifrancese a Modena, sua città natale, comandante della fortezza di Cattaro in Dalmazia per le truppe austriache, comandante in capo per le forze militari russe, in Georgia, governatore di Riga. Queste sono solo alcune tappe di una vicenda umana a tratti principesca e a tratti picaresca.
Lo Re ha scritto il suo libro privilegiando gli anni dal 1812 al 1829, anni di importanza fondamentale per la nascita di una società moderna e consapevole dei propri diritti in Lettonia,
allorchè il marchese italiano fu governatore di Riga, tracciando un affresco storico e delineando un ritratto psicologico di Filippo Paulucci.
La narrazione si basa su documenti storici ed è ricca di suggestioni letterarie, avvolte in un suadente patina ottocentesca.
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Maurizio Lo Re è stato Ministro Plenipotenziario destinato a Riga in Lettonia, come capo della Rappresentanza Diplomatica italiana, nel luglio 2000. Ha soggiornato a Riga fino all’ottobre 2004. La casa editrice lettone Tapas ha pubblicato un suo romanzo storico in lingua italiana sulle vicende della frontiera orientale italiana nel 900, intitolato "Collina della memoria”.
DI UNA CAGNOLINA BALTICA A BOLOGNA
PROTAGONISTA AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FUMETTO
Leiutajateküla Lotte (Lotte From Gadgetville) di Heiki Ernits e Janno Põldma, Estonia-Lettonia, 2006, (81 min., 35 mm, V.O. con s/t in inglese e italiano), è stato proiettato in anteprima mondiale a Bologna nel gennaio 2008, fuori concorso a BilBOlbul, Festival Internazionale del Fumetto, seconda edizione.
Lotte è una cagnolina allegra e vivace che vive in un villaggio sul mare. Gli abitanti del villaggio hanno un hobby singolare: l’invenzione di semplici macchine è tenuta in grande considerazione, e il giorno più importante dell’anno è quello in cui si svolge la gara di invenzioni. Uno degli inventori più famosi è Oskar, padre della dinamica cagnolina Lotte. Il suo principale rivale è Adalbert, il coniglio, la cui moglie partecipa anch’essa alla competizione con tutta l’anima. La vittoria, infatti, sarebbe importante per la loro famiglia e contribuirebbe al prestigio dell’intero clan dei conigli.
IL NUOVO AMBASCIATORE D’ITALIA A RIGAFranco Puccio nato a Vicenza nel 1952, laureato in scienze politiche a Padova nel 1974, si è insediato a Riga il 5 novembre 2007 come Ambasciatore d’Italia in Lettonia. Diplomatico di carriera, come suol dirsi, è pervenuto alla nomina di ambasciatore dopo aver ricoperti altri incarichi (segretario, consigliere, ministro plenipotenziario) nelle sedi diplomatiche italiane a (nell’ordine): Canberra, Parigi, Riad, Bruxelles, Praga, Santa Sede.Nel suo messaggio d’insediamento ha dichiarato che si attiverà per ”…una sempre maggiore reciproca conoscenza tra due Paesi uniti, tra l’altro, dalla comune appartenenza all’Unione Europea e alla Nato”. www.ambriga.esteri.it/ambasciata_Riga |
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