Italo-Baltica

associazione culturale

Elisabeth Kaehlbrandt

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NATA IN LETTONIA NOTA IN ITALIA

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ELISABETH KAEHLBRANDT assume notorietà artistica in Italia, proveniente dalla Lettonia dove ha avuto una sola esperienza espositiva.
Nasce a Riga il 27 settembre 1880, seconda di tre figli. Il padre Alexander è un avvocato di successo, membro della classe altoborghese. La madre Emma Schmidt è di origine e cultura alto-borghese tedesca. La sua casa è in Jacobstrasse di fronte alla Piazza del Castello (SchlossPlatz), poco lontana dalla borsa. Il nonno paterno Bernahard Jacob è membro del Corpo Diplomatico, ex console per la Russia in Portogallo e console per il Portogallo a Riga, successivamente.
Nel 1898 comincia a frequentare a Riga la scuola di disegno Jungsche Zeichenschule diretta dal Prof. Friedrich Moritz (1866-1906).
Nel 1901 completa gli studi a Riga, conseguendo il diploma, e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo, dove frequenta i corsi del Prof. Kostantin Makowsky.
Nel 1902 soggiorna a Monaco di Baviera, dove studia pittura alla scuola dell’ungherese Simon Holloshy (1857-1918).
Nel 1903 soggiorna a Semmering in Austria, poi si reca in Olanda dove dipinge ritratti e paesaggi.
Nel 1904 espone per la prima volta a Riga al Kunstler Salon, in una mostra collettiva degli allievi della Jungsche Zeichenschule.
Nel 1905 si reca a Parigi per la prima volta, dove conosce la scultrice russa Anna Popova e la pittrice Hannah von Nathusius. Nella capitale francese frequenta gli ateliers di alcuni artisti.
Nel 1906 si reca in Austria, dove insegna pittura ad alcune principesse nel castello di Ernstbrunn del principe Reuss, molto apprezzata dalla Regina Eleonora di Bulgaria nata Reuss.
Nel 1907 torna a Riga per una esposizione personale al Kunstler Verein. Si reca nuovamente a Parigi per un breve soggiorno. Poi insegna pittura in Germania nelle residenze castellane dei conti Witzleben e Jannowits a Neuopp, del conte Stolliberg in Slesia e nuovamente presso il principe Reuss.
Nel 1908 realizza il sogno di un viaggio in Italia. Vi giunge con la sorella Heddy, soggiornando prima a Venezia e poi a Roma, dove conosce lo scultore Angelo Zanelli (1879-1942), impegnato a realizzare alcune sculture per l’Altare della Patria, monumento al Milite Ignoto.
Nel 1909 si trasferisce definitivamente in Italia, dopo avere sposato lo scultore italiano a Riga, nella chiesa di San Pietro, celebrante lo zio Emil, pastore evangelico, che sarà nominato pastore capo della stessa chiesa nel 1919.
Tra il 1910 e il 1913 nascono i figli Alessandro e Maddalena.
Nel 1913 comincia a trascorrere il periodo della villeggiatura estiva a Anticoli Corrado, una località collinare laziale frequentata da numerosi artisti in buoni rapporti col marito Angelo Zanelli. Dipinge con impegno sempre più crescente.
Nel 1920 espone un’opera nel Padiglione della Russia, in occasione della XII Biennale Internazionale d’Arte a Venezia (ved.pag.139 del cat.). Durante gli anni successivi espone alla Biennale Romana.
Nel 1929 allestisce la sua prima mostra personale a Amsterdam.
Nel 1942 muore il marito Angelo Zanelli. La guerra in atto la disagia notevolmente. Ha inizio il periodo della sua lunga vedovanza, durante il quale dipinge raffigurazioni evangeliche . Espone in rare occasioni.
Nel 1970 muore (novantenne) a Bergamo, città nella quale si è trasferita da Roma nel 1958. Sepolta a Salò sul Lago di Garda, sarà traslata nel 1982 a Roma e collocata nel Famedio del Verano dove è sepolto il marito. La figlia Maddalena (ultranovantenne) vive e abita a Brescia.

GIUDIZIO CRITICO- Elisabeth Kaehlbrandt, di stirpe alto-borghese, generata nel 1880 a Riga in Lettonia, da una coppia tedesco-polacca, con parenti pastori evangelici, ha familiarizzato con baroni, conti e principi tedeschi fino all’età di 28 anni, soggiornando nei loro castelli e dipingendo al loro servizio. Perciò la sua pittura è la pittura di una “gran signora”, nata e vissuta agiatamente in dimore con stanze e servitù per ogni necessità, che ha mal sopportato, poi, ogni volta i disagi contingenti e le ristrettezze economiche obbligate, così come ha male abitato in costruzioni periferiche (l’ultima a Bergamo, sebbene spaziosa 215 mq.).
Ha dipinto figuratività con perizia sperimentata e meditata, per rappresentare e illustrare scene di vita famigliare, luoghi conosciuti, fattezze di persone e personaggi con i quali ha avuto rapporti domestici o ravvicinati.
Tutto è esplicito e verosimile o rassomigliante nelle sue opere. L’allegoria bizzarra e la metafora ardita non le ha concepite, né espresse. La simbolizzazione l’ha iconografata con forme e cromie elementari. Tutto è political-correct nelle sue opere.
Nel suo rapporto con l’arte pittorica ha mantenuto costantemente rapporti simbiotici con la sua balticità aristocratica originaria, estrinsecandola compiaciuta e senza remore. Durante il periodo della vedovanza e durante la terza età, ha dipinto scene bibliche ortodosse e manierate, poco apprezzate dalla critica d’arte.
Concludendo è possibile scrivere che le sue opere ci risultano dipinte da una “signorabene” morta novantenne a Bergamo nel 1970, ex signorina di buona famiglia, ben educata e istruita, divenuta sposa nel 1909 di uno scultore italiano (Angelo Zanelli) in quel momento ben noto al “milieu” sociale, artistico e politico, discriminato e sottaciuto successivamente alla sconfitta del fascismo.

Written by rossiroiss

febbraio 27th, 2008 at 7:52 pm