Italiani d’antan nei Paesi Baltici
DI CAGLIOSTRO A MITAU IN CURLANDIA NEL 1779
Accompagnato dalla moglie diciottenne Lorenza Serafina Feliciani, disposta a prostituirsi per facilitarlo nelle sue imprese truffaldine, e sulle orme di Giacomo Casanova, conosciuto a Aix-en-Provence, che l’aveva preceduto nel 1764, antesignano di ogni altro faccendiere italiano marchingegnoso in trasferta, Cagliostro (Giuseppe Balsamo 1743-1795) arrivò a Mitau/Jelgava in Curlandia (Lettonia) il 25 Febbraio 1779, ove era diffusa la cosiddetta Massoneria Cerimoniale che si occupava “di speculazioni astratte e di formule empiriche”. E dove si praticava, all’interno delle Officine curlandesi, la “purificazione” che avrebbe dovuto portare a una vera e propria rigenerazione fisica e spirituale: a un ringiovanimento, in parole povere, del corpo e dell’anima.
Cagliostro soggiornò lungamente a Mitau, dove inscenò pratiche di demonologia e di chiaroveggenza che furono seguite dagli stessi duchi di Curlandia, e dove fondò una “loggia mista”, cioè per adepti di ambo i sessi, suscitando grandi entusiasmi e reclutando uno straordinario numero di adepti. Compresa la contessa Elisabeth Kostantia von der Recke che lo avrebbe poi sputtanato e denunciato come disonesto, scrivendo un libello pubblicato a Berlino e Stettino, Nicolai (1787, 8°, pp. XXXII-168), intitolato: Nachricht von des beruchtigten Cagliostro Aufenthalte in Mitau, im Iahre 1779, und von dessen dortigen magischen Operationen.
A Mitau, l’avventuriero italiano indusse la moglie a prostituirsi cedendo alle insistenze di un ricchissimo signore, nonostante che, come dice il Compendio “…dopo il cominciamento della massoneria il marito cercasse di risparmiarla”.
Si trasferì, poi, a San Pietroburgo, dove dimorò dal 5 giugno 1779 al marzo 1780.
Il viaggio in Russia lo intraprese autoincaricandosi di compiere una missione diplomatica: intercedere presso Caterina II per la concessione dell’indipendenza alla Curlandia, minacciata dall’espansionismo zarista, e fondare una loggia massonica internazionale, che fosse sotto l’alto patronato della Imperatrice, alla quale si presentò come rosacrociano e colonnello spagnolo Phenix provvisto di doti taumaturgiche. La moglie Lorenza lo favorì intrattenendo rapporti sessuali extraconiugali mirati con il Principe Grigorij Alexandrovic Potemkin (1739-1791), amante di Caterina II. Fino al giorno in cui non fu costretto ad abbandonare frettolosamente San Pietroburgo, smascherato e diffidato dall’ambasciatore di Spagna, nonostante la protezione del Potemkin.
L’Imperatrice russa scrisse, poi, tre commedie satiriche: “L’ingannatore”, “Il cieco” e “L’incantatore siberiano”, con le quali mise alla berlina Cagliostro e le sue vittime.