Italo-Baltica

associazione culturale

Niklavs Strunke

without comments

Niklavs Strunke (1894-1966), considerato dai critici d’arte connazionali il più lettone dei pittori del ‘900, ha trascorso la maggior parte della sua vita a Roma, soggiornando anche a Firenze, Sorrento, Capri. Tanto che gli attribuiscono questa frase: “Se non posso dipingere Lettonia, dipingo Italia, siccome a me, vecchio romantico di Riga, è molto vicina”. E’ sepolto nel cimitero acattolico del Testaccio, con un simbolo lettone scolpito nel marmo bianco che la contraddistingue.
Visitò l’Italia per la prima volta nel 1924, dopo aver conosciuto il futurismo italiano tramite un gallerista/scrittore (un certo Vasari) incontrato a Berlino. Ebbe subito per amico il pittore marchigiano Ivo Pannaggi (1901-1981), successivamente vissuto a lungo a Copenaghen, col quale dipinse “astrattismo geometrico”, raffigurandolo in un “ritratto” monografato a Riga nel 2002 da Dzintra Andrusaite, come opera del 1924, post-mortem di entrambi.
Le sue opere non sono immediatamente riconoscibili, perché il loro autore non si è dato uno stile, poiché ha dipinto e disegnato tanto e di tutto. Metabolizzando e usando tutto il “sapere” che è riuscito ad assimilare per dare forma e contenuto pertinenti alla specialità della idea che di volta in volta lo ha “intrigato”. “Senza impiastricciarsi di teorie o abbracciare bandiere”, è stato scritto di molti pittori della sua “categoria”: talentosi artigiani, più che artisti.
In principio ha riproposto estetismi lettoni, successivamente ha lettonizzato estetismi “esotici” che lo hanno occasionalmente appassionato come emulo o epigono, nelle occasioni in cui ha anche pensato usando la sua “bella mano” creatrice.
Il corpus delle sue opere lo documenta, perciò, come individuo creativo capace, versatile e polimorfo, gregario più che leader: produttore eclettico e disinvolto di scenografie e costumi teatrali, ex libris, illustrazioni e copertine per libri, ritratti e autoritratti, sia dipinti che disegnati, acquerelli, piatti in porcellana, vetrate, figuratività popolare o popolaresca, coeva ad altra figuratività elitaria e aristocratica.
Quasi certamente ha incontrato ad Anticoli Corrado, località laziale per villeggianti, durante un soggiorno estivo, la pittrice lettone Elisabeth Kaehlbrandt moglie dello scultore italiano Angelo Zanelli. Ed è possibile supporre che abbia incontrato a Roma anche Edita Walterowna, altra pittrice lettone in rapporto di coppia col pittore e intellettuale italiano Mario Broglio, molto attiva e ben considerata. (Brano estratto dal libro “Mondo lettone made in Italy” di Enzo Rossi-Ròiss – QuattroVenti Edizioni Urbino 2007)

Written by rossiroiss

febbraio 25th, 2008 at 1:19 pm